PROCESSO MARONI, LA “FAVORITA” NEGA LA RELAZIONE CON IL GOVERNATORE E IL PRESIDENTE LA RICHIAMA DUE VOLTE: “SI RICORDI CHE DEVE DIRE LA VERITA”
DRAMMA DELLA GELOSIA, TESTIMONIA PURE LA VOTINO: “NON MI E’ MAI PIACIUTA, ERO A DISAGIO CON LEI, HO DETTO A MARONI CHE NON MI SEMBRAVA CORRETTO FARLA LAVORARE CON NOI”
Momenti di tensione in aula, al processo a carico di Roberto Maroni quando arriva il momento della testimonianza di Maria Grazia Paturzo, la donna che ha beneficiato di un contratto di consulenza, secondo l’accusa, ottenuta grazie alle pressioni di Maroni, oltre a un viaggio, poi saltato, a Tokyo al seguito del governatore per promuovere Expo.
In aula, la teste ha negato – come invece sostiene la procura – “di aver mai avuto una relazione con il governatore Maroni”.
Subito dopo è stata chiamata a dare spiegazioni su sms molto intimi scambiati con il presidente della Regione.
Paturzo ha spiegato che se “si vedono altri sms, si può capire che io comunico così?”. Il presidente della Quarta sezione in due occasioni ha ricordato alla Paturzo “che in questa aula lei deve dire la verità “.
In precedenza, nel corso dell’udienza di oggi era stata sentita la portavoce del governatore, Isabella Votino, interrogata come testimone.
La Votino, rispondendo alle domande del pm Eugenio Fusco, ha ricordato il “disagio nel lavorare con la Paturzo, con cui non mi sono trovata mai bene”.
Votino, incalzata dalle domande del pm, non solo ha spiegato di aver avuto “delle riserve” sulla Paturzo “dettate dalla precedente collaborazione al ministero dell’Interno, in quanto non ci eravamo trovate bene” e di essersi lamentata con Maroni (“farla lavorare con noi mi sembra scorretto”), ma anche di essersi trovata nelle condizioni di dover decidere se andare o meno anche lei in delegazione a Tokyo: “Ero a disagio e non ero contenta per la presenza di Maria Grazia Paturzo ed ero combattuta – ha aggiunto – tra il senso del dovere che mi diceva di partire e il fatto che non mi sentivo tranquilla anche perchè mia madre era ricoverata in ospedale”.
Se non ci fosse di mezzo un reato e un bel po’ di spese pazze su cui il Tribunale vuole vedere chiaro, sarebbe un bel romanzo rosa.
Alla vigilia di quel viaggio a Tokyo poi sfumato per gli impegni del Governatore o perchè il Comune si rifiutò di pagare il biglietto da 7000 euro alla Paturzo i nervi a Palazzo Lombardia erano tesissimi.
Isabella Votino ne parlò pure con un’amica l’avvocato Cristina Rossello, nota per essere pure il legale di Silvio Berlusconi nella causa contro la ex moglie Veronica. Cristina Rossello sfuma sulle tensioni e sulle confidenze ricevute dalla portavoce del Governatore: «Penso che ci fosse un problema di gelosia professionale». Giuseppe Sala il sindaco di Milano, sentito come testimone, riconferma di non aver dato il via libera al viaggio a Tokyo in classe business di Maria Grazia Paturzo, ritenendo che la spesa sarebbe stata ingiustificabile: «Lei ha avuto un ruolo insignificante in Expo».
(da “La Repubblica”)
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