PUTIN HA NASCOSTO I NUMERI DEI MARINAI RUSSI, VITTIME DELL’ATTACCO UCRAINO: “MORTI 74 MARINAI SULLA NAVE NOVOCHERKASSK”
LA NOTIZIA VIENE FATTA SPARIRE DAL SITO DEL CANALE TV
Il 12 agosto del 2000 il sottomarino nucleare russo “Kursk” lasciò un porto al di sopra del Circolo Polare Artico russo per compiere esercitazioni navali nel Mare di Barents. Non molto tempo dopo la partenza, uno dei siluri a bordo esplose in uno dei tubi di lancio, uccidendo la maggior parte dei 118 membri dell’equipaggio e facendo rapidamente affondare lo scafo, Si seppe solo dopo, attraverso un foglietto ritrovato nel giaccone di uno dei marinai, che 23 di loro erano sopravvissuti a lungo, sul fondo del mare, dopo aver cercato l’ossigeno rimasto nella parte posteriore del sottomarino, e avrebbero forse potuto essere salvati. Se Vladimir Putin fosse stato più tempestivo, o magari se avesse accettato prima le offerte di aiuto di Norvegia, Gran Bretagna, Stati Uniti.
Invece il giovane ex funzionario del Kgb si mosse tardi, impacciato, lentamente, e molto freddamente. Troppo. Per due giorni faticò anche solo a riconoscere l’accaduto. Mai Mosca fornì cifre. Tanto meno parlò di possibili sopravvissuti che potevano essere liberati dal fondo del mare. Qua do, a cose fatte, al Larry King’s show fu chiesto a Putin cosa era successo al “Kursk”, rispose lapidario: «È affondato». Passa alla storia come la prima (e forse la più grave) “crisis management” del futuro dittatore della Russia. Che si segnò definitivamente sulla lista nera l’oligarca eltsiniano Boris Berezovsky, il quale inizialmente ne aveva sostenuto l’ascesa al Cremlino. Berezovsky possedeva una tv che fu molto dura con l’allora neo presidente russo, silente sul numero delle vittime, lentissimo e privo di empatia nei soccorsi, gelido in tutta la vicenda. Paralizzato, o peggio. Dodici anni dopo Berezovsky fu trovato morto impiccato nella sua magione londinese).
Ma quando si tratta di numeri di morti russi, specie se militari, che Putin non è stato in grado di proteggere adeguatamente, sia pure in forme e vicende diverse la storia ritorna, e sono sempre le crisi più gravi per lui, che gioca il suo potere e la sua permanenza al potere innanzitutto come arbitro tra le fazioni militari e loro garante. Successe dopo l’affondamento della nave ammiraglia della flotta russa sul mar Nero, la “Moskva”, il Cremlino ammise ufficialmente la cifra ridicola di un morto e 27 dispersi. E sta succedendo adesso, con i numeri dei morti della nave da sbarco Novocherkassk. Un funzionario di intelligence occidentale riferisce i “dispersi” vanno letti come “morti”, e nei paesi occidentali la cifra viene considerata un quarto di quella reale.
L’equipaggio della nave Novocherkassk era composto da 98 persone. Ieri è accaduta una cosa singolare: il canale televisivo di Sebastopoli Nts, molto informato sull’area, che collabora con la flotta del Mar Nero, e subito dopo anche la pubblicazione online Sevastopol News, hanno riferito della morte di 74 marinai sulla “Novocherkassk”, che è affondata nel porto di Feodosia dopo un attacco missilistico martedì scorso, il 26 dicembre. Solo che Nts ha prontamente cancellato questa notizia. Di cui però diversi giornalisti investigativi russi hanno lo screenshot.
Nts sosteneva che «74 marinai del Mar Nero sono morti durante l’attacco delle forze armate ucraine alla nave Novocherkassk il 26 dicembre, e altri 27 sono rimasti feriti». E poi: «Questo è stato reso noto dal messaggio ufficiale del dipartimento di supporto informativo della flotta del Mar Nero». Secondo Nts, il comandante in capo della Marina, l’ammiraglio Nikolai Evmenov, si era rivolto al capo dell’amministrazione di Novocherkassk, Yuri Lysenko, chiedendo di dichiarare due giorni di lutto in città. Tutto è poi sparito, anche dal sito Sebastopoli News.
La direttrice di Nts Diana Tyrmus, richiesta di spiegazioni dal collettivo di “Agentsmedia”, ha prima detto «l’articolo non è sul sito», poi ha detto un’altra cosa, «l’informazione non è vera», Infine ha consigliato di rivolgersi al portavoce del Ministero della Difesa (Igor Konashenko, un comunicatore che quanto a bugie è secondo, forse, solo a Dmitry Peskov), o a quello della Flotta del Mar Nero. D’altra parte il comandante della nave, Nikolai Stepanenko, quando martedì notte gli era stato chiesto se qualcuno dei membri dell’equipaggio fosse ferito, ha risposto testualmente: «Nessuno è rimasto ferito, tutto è andato liscio, tutto andava bene». Il sito indipendente Astra aveva scritto invece nei giorni scorsi, citando sue fonti, di un morto, 33 marinai nella lista dei dispersi e 23 in quella dei feriti, specificando peraltro che potrebbero esserci più morti e che tra loro ci sono dei coscritti.
Tutto è un problema di propaganda, soprattutto, e in minima parte anche di soldi: senza cadaveri, e senza numero di morti, niente funerali solenni imbarazzanti, niente risarcimenti alle famiglie. «Nessun uomo, nessun problema», diceva Stalin, o almeno la frase (di Anatoly Rybakov) gli fu attribuita. Putin, anche in questo, sembra averlo ascoltato.
(da La Stampa)
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