QUANDO SALVINI, CHE SUSSURRAVA AI CITOFONI, ERA FAVOREVOLE ALLE RONDE DEI CITTADINI
QUANDO SI TRATTA DI STRANIERI ALLORA CI VOGLIONO LE RONDE, QUANDO SI TRATTA DI FANCAZZISTI BEONI ITALIANI NON VA PIU’ BENE
La poca coerenza di chi accusa di incoerenza chi sembra essere (e probabilmente lo è) incoerente.
Un brutto giro di parole, giornalisticamente errato, che però serve a spiegare come Matteo Salvini abbia fatto una capriola all’indietro per criticare — legittimamente — il governo dopo l’annuncio del ministro Boccia per istituire i cosiddetti assistenti civici.
Dal governo fanno sapere che non si tratta di ronde, anche se l’apparenza non può che esser quella, e anche all’interno della maggioranza sono state mosse pesanti critiche e sonori no.
Sta di fatto che quel parere negativo è arrivato anche, inevitabilmente, dal Centrodestra. Eppure, in passato (neanche troppo in là col tempo) ricordiamo grandi battaglie per queste ronde civiche nelle varie città .
La decisione di nominare 60mila assistenti civici — per coadiuvare, sotto forma di segnalatori, il lavoro delle forze dell’ordine — non ha trovato pareri univocamente favorevoli da molti partiti politici. Il M5S ha chiesto di ridiscutere questo piano, criticando il ministro Boccia per questa ‘fuga in avanti’, mentre dal Pd è arrivata la forte critica da parte del vicesegretario Orlando. Poi ci sono le opposizioni, le prime a cavalcare il fronte del no.
Facciamo un passo indietro nella storia (recente del nostro Paese).
Torniamo, per esempio, alla campagna elettorale della Lega per le Regionali in Emilia-Romagna. Lui, paladino degli assistenti civici (pre Covid) era andato a citofonare a un cittadino chiedendogli se fosse uno spacciatore. Cosa che, poi, si è spenta nel nulla. Ma non le polemiche per quel gesto.
Anche in un passato meno recente, però, ricordiamo le battaglie di Matteo Salvini a favore delle ronde dei cittadini contro la criminalità . Criticò, infatti, le perplessità dell’allora sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, dopo l’iniziativa di alcuni cittadini.
Insomma, il clichè è il solito: quando si tratta di stranieri allora vanno bene le ronde, quando si tratta di italiani — invece — non va più bene.
Insomma, questa è la coerenza dimostrata da Matteo Salvini. Non si contestano le legittime perplessità sull’uso degli assistenti civici, ma la campana da cui arriva la critica deve ricordare il proprio passato.
(da “NextQuotidiano”)
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