QUEI RUDI PADANI CON L’OSSESSIONE PER I TITOLI DI STUDIO
BOSSI SI SPACCIAVA PER MEDICO PERSINO CON LA PRIMA MOGLIE, BELSITO HA DUE LAUREE TAROCCATE, RENZO CERCA UNA LAUREA IN UNA MISTERIOSA UNIVERSITA’ DI LONDRA, LA ROSY MAURO NE OTTIENE UNA IN SVIZZERA PAGANDO… CHE ABBIANO STUDIATO PER TROVARE LE SORGENTI DEL PO SULLA CARTA GEOGRAFICA?
No, che poi certe cose non si capiscono mica bene.
In questi due decenni la Lega è sempre stato un partito perlomeno eccentrico.
Fatto di gente che proveniva dalla piccolissima borghesia, ma anche dai ceti più umili.
Il popolo della Padania. Gente che lavora.
Faceva eccezione Maroni, avvocato di Varese, il chirurgo maxillo facciale Roberto Calderoli, l’ingegner Castelli. E poco d’altro.
Il resto grezzoni veri, fieri di esserlo, gente con il dito alzato a mandarti a quel paese senza vie di mezzo.
Ruvidi da canottiera, tutti attorno al capo Bossi Umberto, tutti vestiti come capita, e capitava assai male, tutta gente che il congiuntivo lo aveva sotterrato e non c’era più verso di trovarlo. Uomini che per usare l’ampolla per le sorgenti del Po riciclavano le bottigliette di grappa delle cassette di Natale.
Che il medioevo era un periodo della storia che pressappoco vai a sapere dove stava: e in ogni caso tra il giurassico e il tuca tuca della Carrà .
Gente che anche nella voce, nelle movenze, nello sguardo, persino nella sudorazione te la diceva chiara che mai e poi mai sarebbero finiti preda del demone della cultura, del titolo di studio, dell’essere schiavi del vecchio pezzo di carta.
E se qualche libro girava per quelle case dovevano essere di legno e prima o poi anche quelli finivano a bruciare nel caminetto, in quelle notti d’inverno tra bagne caude e polente con il gorgonzola.
Poi scorri le vicende di questi giorni e capisci che mica è sempre così facile.
Che questi qua, questi del «dalle mie parti una pallottola costa 300 lire», questi normali signori, che poi in Lega facevano a gara al più nordista, al più estremista, gente che doveva essere fiera di essersi fatta da sola, di essersi conquistati il rispetto con i calli nelle mani, le scarpe grosse e il cervello fino (si fa per dire), no, il pezzo di carta lo vuole.
E per averlo distrae denaro pubblico in direzione di scuole per somari, università improbabili site a Londra o a Malta.
Diplomi di maturità presi a suon di assegni.
E il punto di partenza, il luogo di inizio fu sempre Bossi, che in gioventù diceva di essere medico e la mattina usciva di casa — narrano le leggende e le dicerie — con lo stetoscopio al collo.
E invece era perito elettronico per corrispondenza.
E se Bossi aveva il debole di farsi prendere per medico, Renzo, detto il Trota, ma a guardar meglio è più un barracuda, dopo aver provato la maturità due volte ce l’ha fatta con una spinta autorevole, e lezioni private.
Ora frequenta una università londinese non meglio identificata.
Forse la stessa del tesoriere Francesco Belsito, che di lauree false ne avrebbe avute due, una sempre londinese e una a Malta.
E c’è anche Rosy Mauro che ha preso il diploma di laurea in Svizzera, al modico prezzo, casse della Lega prodighe come sempre, di circa 130 mila euro.
La stessa cifra che sta spendendo il Trota, poi Barracuda, ma visti i risultati scolastici meglio ancora il Cefalo, per questa fantomatica laurea londinese.
Nadia Degrada, segretaria amministrativa della Lega dice che anche Pier Moscagiuro, compagno della Mauro, ha ricevuto il denaro per prendere il titolo di studio, sempre a Londra.
E la domanda è: perchè? Per quale motivo?
Per far bella figura ai convegni della Fondazione Cini?
Per essere ricevuti ai Lincei?
Per un futuro al Gabinetto Vieusseux?
C’è bisogno di tutti questi pezzi di carta per tirare su il dito indice e mandare a quel paese qualcuno?
O forse studiando un po’ è più facile trovare le sorgenti del fiume Po sulla carta geografica? Ai postumi, come dicono quelli che hanno studiato a Londra, l’ardua sentenza.
Roberto Cotroneo
(da “Il Secolo XIX”)
Leave a Reply