QUEL BERRETTO DEI CARABINIERI SULLA TESTA DI SALVINI IL GIORNO DOPO LA SENTENZA SUL CASO CUCCHI E’ UNA INDECENZA
GLI UOMINI DI DESTRA VERA SOLIDARIZZANO CON LE FORZE DELL’ORDINE CHE RISPETTANO LA LEGALITA’, NON CON CHI OLTRAGGIA IL GIURAMENTO…SOLO GLI INFAMI STANNO DALL’ALTRA PARTE
Un gesto che, nell’ambito della strategia di comunicazione di Matteo Salvini, non può passare inosservato e non può essere casuale.
Il leader della Lega, in occasione del tour turistico a Venezia, insieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia e al sindaco della città lagunare Luigi Brugnaro indossava un cappellino con visiera con lo stemma stilizzato dei Carabinieri.
Un tempismo quantomeno discutibile. Proprio il giorno precedente infatti, si è registrata la storica sentenza sul caso della morte di Stefano Cucchi: due militari dell’Arma sono stati condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale.
Una verità ripristinata, sul caso del geometra romano morto in seguito a un breve periodo di detenzione in carcere e in seguito al ricovero presso l’ospedale Sandro Pertini, dopo dieci anni.
Gli stessi Carabinieri, attraverso il generale dell’Arma Giovanni Nistri, si sono espressi dicendo che, con la sentenza di ieri, si è verificato uno dei passaggi più tristi della loro storia.
Un episodio che ha gettato inevitabilmente discredito sull’Arma, anche se le colpe di due militari non possono di certo ricadere sull’intero corpo. Già ieri, in ogni caso, Matteo Salvini si era dimostrato piuttosto tenero nei confronti dei Carabinieri, trincerandosi dietro a un generico: «Se qualcuno ha sbagliato, è giusto che paghi».
Salvo poi rincarare la dose sul caso Cucchi, sottolineando anche la sua contrarietà a qualsiasi tipo di consumo di droga o di spaccio. Oggi, arriva anche un sostegno implicito ai Carabinieri, grazie allo stemma che ha portato sul cappellino con visiera che ha esibito, in favore di camera e di fotocamera.
(da agenzie)
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