QUEL GESTO D’AMORE DI GIANLUCA VIALLI
IL BACIO AL PALLONE, LA VITA RITROVATA DOPO MESI DI SOFFERENZA E LOTTA ALLA MALATTIA
Quando in un momento di non partita vedi Gianluca Vialli baciare un pallone qualunque di un incontro di calcio non qualunque, Italia-Polonia valida per il nuovo trofeo che si è inventata l’Europa, la Nations League, pensi che il Dio delle piccole cose esista davvero. Poteva nemmeno essere visto e infatti lì per lì nessuno se n’è accorto, se non l’operatore tv che poi ha concesso al telecronista il ralenty.
In quel gesto c’è tutta la vita ritrovata, l’essenza della gioia su un campo da calcio, la bellezza di esserci, il sapore complessivo di sè, la terra e l’erba incontrata da bambino e che hanno accompagnato Vialli per sempre.
L’odore del campo, il pallone che è tutto e nulla, da prendere a calci e imbastirci poi l’adolescenza e il futuro.
Sul viso di Gianluca Vialli in quell’attimo sono scomparsi i segni degli ultimi anni, la lotta con il tumore. Tra bacio e palla senza soluzione di continuità .
Quasi un inchino, una devozione, un ringraziamento per quel momento, con l’Italia in vantaggio sulla Polonia, e l’auspicio di arrivare con la benedizione del pallone vittoriosi al novantesimo, ma anche la sintesi degli anni messi dietro le spalle.
Un grande gesto d’amore non capito, come al solito, da chi calpesta la tastiera per dire la qualunque. Il Covid, il bacio, non si fa… Ma di cosa stiamo parlando.
Consideriamolo un atto di amore e coraggio per noi tutti in questi tempi difficili.
La vita che scorre con il pallone, la vita che va avanti, a partire da quella di Vialli, che ha rimesso piede sui campi da gioco come capo delegazione della nazionale dopo mesi di solitudine e sofferenza per la malattia.
Senza pensare, solo per vivere un’emozione candida e assoluta.
Grazie, Gianluca.
(da “Huffingtonpost”)
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