“QUESTA SCISSIONE NON S’HA DA FARE”: I “BRAVI” DI DON RUBYSCONI CONVINCONO DON ALFONDIO A NON CELEBRARE LA FUNZIONE
C’E’ IL FLOP DELLE FIRME SUL TERRITORIO ALL’ORIGINE DELLA RETROMARCIA DEI “GOVERNATIVI” ALL’INSEGNA DEL “VOLEMOSE BENE”
Adesso è Angelino Alfano che frena.
Che prova ad andare a Canossa da Silvio Berlusconi: “Non è partita una raccolta di firme in vista del consiglio nazionale ma so bene quale sarebbe la prima frase di qualsiasi documento dovessi trovarmi a sottoscrivere e cioè il riconoscimento della leadership di Silvio Berlusconi”.
La via per Canossa è un’intervista a Bruno Vespa, concessa per il suo ultimo libro Sale, zucchero e caffè.
L’Italia che ho vissuto da nonna Aida alla Terza Repubblica.
E diramata nella mattinata di lunedì. Il vicepremier rompe il silenzio nel quale si è racchiuso da giorni, sin dalla sua decapitazione all’ufficio di presidenza di venerdì, con una dichiarazione di fedeltà : la leadership — dice — non è in discussione.
È un segnale in controtendenza rispetto agli ultimi giorni.
Con l’obiettivo di riaprire la trattativa con Berlusconi. Di restare in gioco. Di evitare la “fine di Fini” per dirla con un’espressione che circola molto nel Pdl in questi giorni. Perchè Berlusconi ha fatto capire che stavolta fa sul serio: “O con me o contro di me” ha ripetuto.
E non ha affatto escluso che la conta sarà anticipata. La sua idea è di convocare il consiglio nazionale per far approvare il ritorno a Forza Italia prima dell’8 dicembre. Tra un paio di settimane, in prossimità del voto di palazzo Madama sulla decadenza: “Vogliamo vedere — trapela dall’inner circle del Cavaliere — chi dice di no a Berlusconi e a Forza Italia mentre al Senato di vota la decadenza”.
E adesso è Angelino ad avere davvero paura.
Lo spettro si è manifestato nel week end, quando i suoi fedelissimi hanno provato a raccogliere le firme su un loro documento per organizzare la conta al consiglio nazionale.
Un flop: qualche decina in Sicilia e in Calabria. Ma nel resto d’Italia i colonnelli di Alfano si sono sentiti rispondere: “E’ una follia. Non voteremo mai contro Berlusconi e contro il ritorno a Forza Italia”.
Nè ha rasserenato il suo animo l’intervista di Barbara Berlusconi all’HuffPost, nella quale la secondogenita del Cavaliere ha accusato il gruppo dirigente del Pdl: “Pensano solo a poltrone e potere”.
Profittatori che hanno zero idee e zero contenuti. Il riferimento a chi non ha saputo difendere Berlusconi in questi anni è fin troppo evidente.
Ecco la frenata di Alfano
Col documento che è stato rimesso nel cassetto. E l’idea di fare di necessità virtù: “Alfano — spiega una colomba — ha mandato un segnale di pace a Berlusconi con l’idea di tornare al disegno originario, quello che prevede che non salti il governo e sperando che Berlusconi recuperi lui al partito”.
È la vicepresidenza il ruolo che Angelino ha in mente. Su cui c’è già il veto dei falchi: “Non si torna indietro dall’azzeramento”. Ma su cui sta provando a convincere Berlusconi anche accettando che sia solo una casella di facciata, senza tanti poteri reali. È convinto che il Cavaliere voglia tenerlo dentro, “recuperarlo”, e che non voglia affatto mettersi nelle mani dei falchi.
Non è un caso che anche Lupi pronunci parole di miele verso il Cavaliere. E’ la resa. Che ha l’effetto di gettare nello sgomento le colombe più agguerrite.
Quagliariello, Lorenzin, Cicchitto sono rimasti impietriti dalle dichiarazioni di Alfano. Ci hanno letto il tentativo di impedire le scissione.
Perchè è chiaro che col vicepremier la rottura avrebbe un valore politico.
Senza, si rischia l’effetto “straccioni di Valmy” che vanno in soccorso al governo.
Già il governo. Per il Cavaliere non è cambiato niente.
Nessuna Canossa può fargli cambiare idea sulla decadenza.
E sull’impatto che ha sul governo: “O con me o contro di me”.
Punto.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply