A MILANO INAUGURATA LA NUOVA SEDE DEL SINDACATO EUROPEO DEI LAVORATORI
IL PERCHE’ DI UN NUOVO SINDACATO NON CONFORME
E’ stata inaugurata a Milano, in via Padova 304, la nuova sede del Sindacato Europeo dei Lavoratori, alla presenza di una folta rappresentanza di iscritti, di consulenti legali e del lavoro, psicologi e rappresentanti aziendali e del rappresentante per Milano, avv. Lo Verde. La inaugurazione è stata allietata da musica e cibi sud-americani, grazie alla grande partecipazione degli iscritti all’associazione “Para Todos” ( 800 iscritti) che supporta nella crescita e nell’avvio dell’azione sindacale a Milano.
Ospitiamo un intervento del segretario generale del Sindacato Europeo dei Lavoratori
Si sente da tempo la necessità di un nuovo sindacato: i lavoratori subiscono una crisi che colpisce sempre più il bilancio familiare, causando drammi sociali e umani spesso irreversibili. Tutti attendono una svolta, il famoso “cambiamento” tanto auspicato anche nella politica italiana.
Si votano (sempre meno) i propri rappresentanti e poi si finisce per criticarli.
Il sindacato tradizionale finisce per essere un po’ lo specchio della politica italiana: ci si accorda alle spalle dei lavoratori, come in politica a quelle degli elettori, e invece di rappresentarne i diritti e le istanze, si fa dell’altro.
Perchè ci sono questi comportamenti sia nella politica che nel sindacato? Perchè in fondo “i rappresentanti” spesso sono come la loro base, con gli stessi difetti.
E’ il Belpaese dei mille compromessi, del “tirare a campare”, dell’attendere che qualche altro si muova, del “ ma chi te lo fa fare”, del “teniamo famiglia”.
Tutto va bene finchè non veniamo toccati in prima persona.
Allora ci scateniamo e gridiamo contro l’ingiustizia subita e un piccolo torto diviene una montagna.
Ci siamo, ci hanno abituati così.
Ma è finita la fase di fare sempre le vittime, è giunto il momento di rimboccarsi le maniche, fare squadra, essere onesti e pretendere quello che ci tocca, solo e soltanto quello.
Eravamo abituati a spendere e spandere, a indebitarci, ma ora non si può poù, è tempo di responsabilità ..
Perchè siamo vicini al fallimento, e non per colpa dell’Europa, ma perchè ci siamo scelti i governanti a nostra immagine e somiglianza: arraffoni, furbastri, cinici ed egoisti.
Cosa può fare un nuovo sindacato? Selezionare meglio la propria classe dirigente: onore al merito e grande capacità di ascolto.
Noi come sindacato non siamo quelli che firmano tutto ( Cgil,Cisl,Uil) o quelli che spaccano il mondo ( Cobas), vogliamo essere “l’opposizione intransigente e intelligente”.
Non è giusto dire sempre di sì oppure sempre no, bisogna entrare nel merito, chiedere diritti, ma far capire che ci vogliono anche i doveri.
A cosa serviremmo se fossimo uguali agli altri?
L’idea è di costituire dei “centri servizi” con varie realtà interne: sindacato, legali, psicologo, commercialista, finanziaria, ecc. per potere mantenere le sedi in autonomia dai datori di lavoro e dare quello che realmente serve: un servizio efficiente, trasparente e autonomo.
Partendo dalla difesa dei più deboli, chiedendo un piccolo contributo, ma garantendo la difesa senza “inciuci” e con equilibrio.
Una delle cose a cui teniamo è ricordare quanto dice l’art. 46 della Costituzione: “ai fini della elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi, alla gestione delle aziende”.
Ci si può e ci deve accordare quando ci sono i presupposti, alla luce del sole, dividendo non solo i sacrifici ma anche gli utili.
Giuseppe Criseo
Segretario Generale-Sindacato Europeo dei Lavoratori
Il commento del nostro direttore
Come esiste il presunto “governo del fare” (che spesso si riduce al “fare chiacchiere” o promesse irrealizzabili) a destra da tempo va di moda lo sfogatoio dei teorici della dietrologia, dell’onanismo culturale, del criticare tutto e tutti per poter conservare l’alibi a non fare nulla.
Si è perso lo spirito di servizio per la comunità , spesso si sfiora l’incontinenza verbale e l’autoreferenzialità , ci si chiude in sette dove esistono più dirigenti che iscritti, bruciando potenzialità , cervelli e annicchilendo entusiasmi.
E ovviamente “chi fa qualcosa” diventa oggetto di critiche: non posso non ricordare che anche noi di destradipopolo siamo stati accusati persino di “mettere troppi post” nei gruppi di Fb.
Badate bene non da avversari, ma da presunti amici che, a causa dei nostri post, dovevano far scorrere troppo a lungo la pagina Fb per ritrovare il loro chiacchericcio del giorno prima.
E pensare che noi, facendoci un mazzo così 15 ore al giorno, siamo presenti in 182 gruppi, dal Pdl a Sel, tanto per capirci, facciamo circolare idee, progetti, immagine di una destra diversa.
Per questo abbiamo voluto far conoscere l’iniziativa dell’amico Giuseppe, perchè sia di esempio a “chi vuol fare” nella direzione giusta: quella dell’impegno sociale che “qualifica” la nostra identità senza etichette e medaglie.
Dove non conta la carica, ma il sacrificio e il senso della comunità .
E dove a chi lavora onestamente e rispetta i doveri del nostro Stato, possano essere garantiti i nostri stessi diritti, una stretta di mano e un sorriso.
Questa è la nostra destra al servizio dell’Italia.
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