RAI 1 E’ L’UNICA RETE IN CRESCITA, MA I VERTICI DEFENESTRANO IL DIRETTORE
IL PARADOSSO TUTTO ITALIANO, MENTRE CALANO GLI ASCOLTI DE LA 7 E DI RAI 3
La Rai è senza pace. Dopo aver fatto cadere l’ex direttore generale Antonio Campo Dall’Orto sul piano dell’informazione e a fronte di un bilancio in forte miglioramento; viale Mazzini ha messo alla porta il direttore di Rai 1 Andrea Fabiano.
Una scelta in qualche modo paradossale: l’ammiraglia Rai è l’unico canale generalista che vede crescere gli ascolti nel giorno medio.
Eppure, l’ex enfant prodige della Rai, fortemente sostenuto proprio da Campo Dall’Orto, subentrerà a Ilaria Dallantana — “stanca delle dinamiche della tv pubblica” dicono fonti del cda — al vertice di Rai 2. Non certo una promozione.
“Il problema della Rai è la mancanza di trasparenza” dice Michele Anzaldi, consigliere Pd in vigilanza, che poi aggiunge: “Potremmo pensare che l’abbiano mandato a Rai 2 per rilanciare il canale, oppure che ci siano problemi che non vediamo o che sia stato spostato per aiutare qualcun altro”.
Come a dire che in un momento difficile per la televisione generalista ci potrebbe essere un disegno per aiutare la concorrenza ai danni della tv di Stato.
Le elaborazioni dello Studio Frasi su dati Auditel lasciano poco spazio ai dubbi: nel giorno medio le tv generaliste (i canali Rai, insieme ai canali Mediaset e La7) raccolgono il 55,7% dello share contro il 57,4% dello scorso anno.
Una caduta sempre più ripida che si spiega con la parcellizzazione degli ascolti e il consumo del video on demand.
“Le situazioni di crisi riguardano più che altro La7 e Rai 3” osserva Francesco Siliato, analista del settore media e partner dello Studio Frasi, che spiega: “Probabilmente il direttore di La 7, Andrea Salerno, non ha capito dove è atterrato e nel confronto con lo scorso anno perde il 21% di share nel giorno medio, mentre l’audience è caduta da 342mila a 275mila telespettatori. Rai 3, invece, perde il 6% nel giorno medio, ma il 20% in prime time”.
Nonostante tutto a pagare dazio è Fabiano che rispetto a un anno fa ha guadagnato 100mila spettatori (più di quelli persi dagli altri due canali di viale Mazzini insieme alle tre reti Mediaset): l’operazione Fazio non è certo stata un successo, ma nonostante gli ascolti deboli gli investitori pubblicitari sembrano soddisfatti.
Insomma i problemi del manager sono evidentemente più profondi e probabilmente legati ad alcuni errori fatti nel tentativo di raggiungere un target diverso da quello classico dell’ammiraglia di viale Mazzini: su tutti spicca il caso di “Parliamone sabato”, il programma di Paola Perego chiuso dopo poche puntate.
I critici osservano che il risultato di Fabiano positivo dipende solo dalla fiction e dagli eventi caratteristici di Rai 1 e il manager sarebbe stato rimosso per evitare che “facesse danni” snaturando il canale.
Carlo Freccero, consigliere d’amministrazione Rai in quota 5 Stelle, si limita a osservare “la grande crisi della televisione generalista. Ormai il salotto della grande domenica pomeriggio si è spostato alla sera, dove c’è Fazio. La famiglia italiana non si trova più sulla Rai, ma di fronte al campionato”.
Probabilmente, quindi, a Fabiano viene imputato il flop di ascolti nella fascia pomeridiana (-6% lo share) che si sommano a quelli del sabato sera.
(da “Business Insider”)
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