REFERENDUM, QUATTRO MILIONI DI VOTI ALL’ESTERO IN BALLO, POTREBBERO ESSERE DECISIVI
TRA I PARLAMENTARI ELETTI ALL’ESTERO VINCE IL SI’… 43 COMITATI DEL SI’, 27 QUELLI DEL NO
Ha fatto discutere il viaggio di Maria Elena Boschi in Sud America per diffondere il verbo del sì al referendum costituzionale nella grande comunità di italiani che vivono in quei paesi.
Appena passata la bufera sulle spese della ministra, e il grillino Luigi Di Maio il 17 ottobre scorso annuncia il suo “tour mondiale” per convincere gli italiani all’estero delle buone ragioni del no.
Sono quattro milioni i voti in ballo, e potrebbero rivelarsi addirittura decisivi. Lo dimostra il fiorire di comitati in giro per il mondo, diviso come l’Italia, tra sì e no.
All’estero, almeno stando ai numeri dei comitati aperti, prevale il sì, forte anche della struttura del Partito Democratico con i suoi circoli sparsi un po’ dappertutto.
Sono 43 i comitati “Basta un Sì” e 27 quelli del variegato schieramento del no.
A fare la parte del leone ci sono l’Europa e, in generale, i paesi di emigrazione italiana.
In Svizzera, Germania, Francia, Belgio, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti e Australia si sono organizzati sia i sostenitori del sì che quelli del no.
Ma la campagna elettorale è nel vivo in tutto il mondo.
Dalla Svezia, dove c’è il Comitato per il Sì Svezia, ad Hasselby vicino Stoccolma, fino al Venezuela, dove nella capitale Caracas c’è un comitato per il no. Per giungere alla Sky Tower di Abu Dhabi negli Emirati Arabi, indirizzo di un comitato per il sì.
In prima linea ci sono i parlamentari eletti all’estero.
Come il Pd Marco Fedi, presidente del gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Australia. Ma la sua casella di posta istituzionale della Camera risulta, dalla mappa dei comitati “Basta un Sì”, come la mail di riferimento del comitato tunisino per il Sì al referendum.
Mentre Francesca Lamarca, sempre del Partito Democratico, ha dato il suo indirizzo di posta di Montecitorio come contatto del comitato per il sì di Toronto, in Canada, la città dove è nata nel 1975.
Un altro deputato dem, Gianni Farina, guida il comitato Basta un Sì — Sì della Ragione con sede a Uster, in Svizzera. Nella cittadina del Canton Zurigo vive una folta comunità di italiani, e i sostenitori del sì si riuniscono nell’associazione culturale “Svizzera Italiana”.
Ma il boom del sì è a Londra. Nella capitale del Regno Unito si contano ben quattro comitati per il sì, coordinati da quello che fa riferimento al circolo del Pd di Londra.
Il segretario dei democratici “londinesi”, Roberto Stasi, impegnato nella campagna elettorale anche in Irlanda dice: «La nostra è un’iniziativa di partito, ma nel comitato ci sono anche persone senza tessere, inoltre coordiniamo gli altri gruppi a Londra, tra cui uno animato da giovani della Uil».
Continua Stasi, 34 anni impiegato in una banca inglese: «Io sto girando tutto il Regno Unito, da Edimburgo a Dublino, non solo l’Inghilterra, e facciamo volantinaggio in qualsiasi luogo dove ci possano essere italiani, persino ai concerti di Zucchero e Laura Pausini».
Il segretario del Pd di Londra commenta: «A me non interessano le beghe interne del Pd, e ho notato che qua i dibattiti sono più incentrati sui contenuti della riforma che sulle polemiche politiche, gli italiani all’estero vogliono capire».
Lo stesso concetto è ribadito da Maurizio Manca, referente del comitato per il No a Ginevra, altro posto dove c’è una numerosa comunità italiana: «Qua c’è più spirito critico, agli incontri ai quali partecipano dalle 40 alle 80 persone ogni sera, non vedo tifosi sfegatati come in Italia».
Il comitato di Ginevra riunisce al suo interno molte anime del No: c’è Anpi Ginevra, Libera, Il Circolo Libertà e Giustizia, e l’associazione “A Riveder Le Stelle” fondata proprio da Manca.
Che specifica: «Io sono un attivista del Movimento Cinque Stelle, ma in questo caso “a riveder le stelle” è una citazione dall’ultimo verso dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri».
Domenico Di Sanzo
Leave a Reply