REGIONE SICILIA, L’ASSESSORE ALLA SALUTE RAZZA ORDINO’: “I DATI SUI DECESSI SPALMIAMOLI UN POCO”
LE INTERCETTAZIONI CHE HANNO PORTATO IN CARCERE TRE ALTI DIRIGENTI DELLA REGIONE… L’ASSESSORE RAZZA INDAGATO PER FALSO
“Spalmiamoli un poco”, diceva l’assessore alla Salute Ruggero Razza alla dirigente regionale che avrebbe dovuto comunicare i dati dei decessi per Covid in Sicilia all’Istituto Superiore di Sanità .
Parlavano delle statistiche del 4 novembre scorso. La dottoressa Letizia Di Liberti faceva riferimento in particolare ai dati allarmanti su Biancavilla, centro della provincia di Catania: “I deceduti glieli devo lasciare o glieli spalmo?”. Razza chiedeva: “Ma sono veri?”. E lei: “Sì, solo che sono di tre giorni fa”. Ed ecco l’ordine dell’assessore che adesso è indagato per falso: “E spalmiamoli un poco”.
Il 19 marzo, intorno alle 13.20, all’assessorato alla Sanità entrarono invece nel panico. Si erano appena accorti che dall’ospedale Cervello di Palermo non avevano comunicato 228 pazienti positivi, registrati nel corso di alcuni giorni.
Il funzionario Cusimano viene intercettato dai carabinieri mentre riepiloga i numeri del giorno: “61 Agrigento, 75 Caltanissetta, 90 Catania, 508 Palermo…”. La dottoressa Di Liberti urla al telefono: “Ma che dici? Ma che dici? No, scusa non può essere, se sono quelli i dati definitivi, Palermo va in zona rossa subito, subito”. Chiede: “Ma li avete messi i dati del Cervello?”. Risposta di Cusimano: “No, no, no, senza Cervello, senza Cervello”.
Alle 14.45, arriva la soluzione. La dirigente richiama il suo collaboratore e spiega cosa bisogna fare per evitare la zona rossa a Palermo. Eccola: “A questo punto io scenderei sotto i 400 su Palermo. Ho parlato con Ruggero e facciamo il punto domani”.
Chiede Cusimano: “Di queste cose qua?”. Risponde la dirigente generale: “Sì, sì, sì, quindi 506 lo portiamo a 370… che ne so una cosa di queste… sono numeri esageratissimi… E ci aggiungiamo 1.000 tamponi”. E così, quel giorno, i contagiati ufficiali furono “+370”.
Sono determinanti le intercettazioni in questa indagine.
La dirigente Di Liberti svela le sue preoccupazioni ai collaboratori, che sono probabilmente il movente di tutta questa grande impostura. In un giorno di contagi alti, il funzionario Ferdinando Croce, vice capo di gabinetto, chiede: “Ruggero come ti è sembrato? Come lo hai sentito”. Risposta della dirigente: “Ah, seccato. Mi disse: ‘Il fallimento della politica, non siamo stati in grado di tutelarci, i negozi che chiudono, se la possono prendere con noi, non siamo riusciti a fare i posti letto. Ci dissi: ma non è vero. Reggiamo perfettamente. Anche se in realtà , non ti dico, oggi è morta una, perchè l’ambulanza è arrivata dopo due ore ed è arrivata da Lascari. Ed è morta, e qua c’è il magistrato che ha sequestrato le carte… due ore l’ambulanza. Perchè? Perchè sono tutte bloccate nei pronto soccorso. Tutte”.
Un’altra intercettazione, che risale al 7 dicembre. Dice la dirigente regionale Di Liberti: “Ruggero, ti dicevo, in questo modo vengono 868 sono pochi rispetto ai 1000, di solito 1100. Diamo questi e basta, per questo ti ho richiamato”.
Sono i dati dei nuovi contagi. Dice Razza: “Si, però, i 400 che oggi abbiamo messo su Catania, sono quelli della giornata”. La dirigente insiste, cercando di fare capire che i dati sono troppo bassi, questa volta lei vorrebbe incrementare di almeno 50 casi: “I suoi, quelli mettiamoci, mettiamoli tutti.”. Cade la linea. Poi, la dirigente chiama il suo collaboratore e dice: “Niente, almeno 50 mettiamoli perchè altrimenti diventano troppo pochi ok?”.
Il 3 gennaio, la dottoressa Di Liberti sta parlando con l’assessore, dice: “Io più di 300 non ne do oggi, e gli altri a poco a poco durante la settimana, perchè gli ho detto, questi sono i dati di tre giorni che non avete caricato, perchè era chiuso l’istituto Zooprofilattico”. Razza ascolta e non ha nulla da obiettare.
Il 5 novembre 2020, all’indomani del passaggio della Sicilia in zona arancione, l’assessore Razza diceva invece alla dirigente Di Liberti: “Inutile Letizia… c’è stata una gravissima sottovalutazione e il dato finale di questa gravissima sottovalutazione è scritto in quegli indicatori, poi secondo me sono sbagliati perchè mettono sullo stesso piano indicazioni diverse, però come avrai visto ci sono dei dati dove noi comunichiamo zero… E chissà da quanto”. Il gip non usa mezzi termini nella sua ordinanza: “I fatti risultano di straordinaria gravità e la consapevole e volontaria alterazione di elementi conoscitivi rilevanti non può essere revocata in dubbio”.
A volte era il numero dei tamponi che andava gonfiato per mantenere basso il tasso di positività : “Ma mettici 2.000 di rapidi… fregatene”, diceva Di Liberti a un suo collaboratore. Ed ancora: “Quanto sono i morti? Qui li ha scritti, 42…mizzica tanti sono, guarda non li mettere questi, mettiamoli domani”.
(da “La Repubblica”)
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