RENZI PROVA A RIPRENDERSI ROMA
E TIRA LA VOLATA A GIACHETTI… LA MINORANZA SI ALLINEA
“Giachetti ha detto: non si può fare un comizio. E allora sono qui da presidente del consiglio, segretario del Pd e aspirante conduttore televisivo per una chiacchierata a 360 gradi con Giachetti…”.
L’abito scuro della cerimonia per la Festa della Repubblica ai giardini del Quirinale quasi si confonde con il parquet nero del palco.
Matteo Renzi arriva qui all’auditorium dal Conciliazione, di fronte a San Pietro, direttamente dal Colle più alto di Roma. E qui, nell’inedito format dell’intervista di un politico a un altro politico, prova a spingere la candidatura del Dem Giachetti al Campidoglio. A pochi giorni dalle amministrative 2016, Renzi prova a prendersi Roma, la città che ancora non ha conquistato pur stando a Palazzo Chigi da ormai due anni e mezzo.
Il colpo d’occhio c’è. L’auditorium della Conciliazione ha ospitato una delle prime ‘renzate’ nella capitale, quando Renzi era ancora sindaco a Firenze.
Allora però il teatro non era pieno. Stasera sì. Tanto che a un certo punto devono bloccare gli ingressi per ragioni di sicurezza. In tanti restano fuori. E tra loro anche Gianni Cuperlo che non insiste per entrare e invece si intrattiene a parlare con chi ha avuto la sua stessa sorte.
“Sono diventato sindacalista di chi sta fuori – scherza – comunque è positivo: il teatro è pieno”. Il renziano Luciano Nobili arriva poco dopo, lo prende e lo porta dentro: la sua presenza è fondamentale per un’immagine di unità del Pd utile a ‘prendere Roma’.
“Ringrazio Pierluigi e tutti coloro che hanno collaborato per la campagna di Roberto”, dice Renzi. E indovina. La sala infatti scoppia in un caloroso applauso per Bersani. Pochi ministri e sottosegretari in sala (Franceschini e De Vincenti), c’è Nicola Zingaretti in prima fila, ci sono Orfini e Verducci, c’è anche la senatrice ‘anti Camorra’ Maria Rosaria Capacchione. E poi la candidata Paola Concia, Monica Cirinnà e tanti tifosi delle unioni civili.
Renzi e Giachetti, ognuno su un trespolo, soli sul palco, sullo sfondo alcune istantanee: Giachetti in aula alla Camera, una veduta del Gianicolo, Giachetti e i figli, Giachetti, Renzi e Pannella a casa del compianto Marco.
Gli ingredienti sono tanti per creare il mix giusto per conquistare una preda difficile come la capitale. Ma soprattutto Renzi spinge sul canale preferenziale che un Giachetti sindaco avrebbe con il governo nazionale. Si sa: nessuna capitale vive senza stato centrale. “La capitale d’Italia avrà molto bisogno del governo e dello Stato”, sottolinea Renzi. Bobo annuisce.
Basterà per battere la concorrenza a cinquestelle? La “simpatica Raggi” è la più citata. L’avversario si chiama M5s, Giachetti cerca di non guardare più in basso dei pentastellati, i favoriti della corsa di domenica.
Per loro le battute più taglienti, l’orgoglio di voler “fare le olimpiadi a Roma”. Anche se la platea si riscalda quando finalmente i due parlano di “pulizia della città “. E quando poi citano “le buche”, un sedicente comitato Dem armato di bandiere con la scritta “Pd tappami” si agita davvero.
Come si agita un gruppo di insegnanti: “Siamo noi siamo noi…le precarie della scuola siamo noi…”, cantano in coro. Senza acredine però.
Come senza acredine Renzi si lascia andare da una battuta all’altra, vero battitore libero di un cabaret pur politico.
E politica è la battuta che riserva a Ballarà³, in apparenza innocua ma pungente: “Siamo gli unici che epurano senza essere invitati”. Servirà per conquistare Roma, la grande esclusa dal renzismo? Intanto dopo la serata per Giachetti, va a ‘Virus’ a far pace con Nicola Porro.
(da “Huffingtonpost”)
Leave a Reply