ROMA, ECCO IL LIBRO NERO DELLE MAZZETTE
LA CONTABILITA’ SEGRETA DELLA BANDA DI CARMINATI… SOTTO LA GIUNTA ALEMANNO LA COOP DI BUZZI HA TRIPLICATO IL VALORE DEGLI APPALTI
Eccolo il libro nero di Salvatore Buzzi.
Pagine e pagine di versamenti fatti a sigle ai quali i carabinieri del Ros stanno cercando di dare un nome.
Due quadernetti, uno nero e uno rosso, sui quale la segretaria di Buzzi, Nadia Cerrito, annotava tutto quello che il ras delle cooperative doveva pagare a soci e politici che gli garantivano gli appalti.
I primi lavori con il Comune, scrivono i carabinieri in un’informativa depositata dalla procura al tribunale del Riesame, sono stati vinti nel 1994.
Poi, gli affidamenti sono cresciuti esponenzialmente. Tra il 2003 e il 2006, con la giunta Veltroni, la cooperativa “29 Giugno” aveva ottenuto 65 appalti per oltre 3 milioni e, poi, con il sindaco Alemanno, aveva aumentato ancora il fatturato vincendo 100 gare per 8 milioni di euro.
«LI AGGIORNO E POI LI STRAPPO»
Sono parecchie le conversazioni intercettate dai militari in cui Buzzi e Massimo Carminati parlano del libro nero.
Contrattano sui compensi da dare a funzionari comunali compiacenti e direttori delle municipalizzate. In quel taccuino vengono registrati anche i soldi che il ras delle cooperative deve dare al “Cecato”.
E, Carminati, che era un uomo di mondo, il primo agosto nella sede della cooperativa racconta a Buzzi, Paolo Di Ninno, Fabrizio Testa e Nadia Cerrito: «No, ma io lo sai che faccio? Io l’aggiorno e poi mi strappo gli ultimi, capito come? Io prendo, confronto e l’ultimo lo strappo».
Un modo, chiosano i carabinieri nell’informativa del 16 dicembre, per «eliminare evidenti fonti di prova a suo carico».
«COSàŒ LI PAGHIAMO»
La lista di “bocche da sfamare” è lunga. E spesso Buzzi e Carminati si trovano, proprio come due soci, a discutere dei compensi da consegnare ai pubblici ufficiali. In uno degli incontri il ras delle cooperative spiega al suo “socio”: «Allora mi servono due e cinque per la Cicciona, mille e cinque per Coratti (Mirko, ex presidente del consiglio comunale, ndr), uno per Figurelli (Franco, capo segreteria di Coratti, ndr), mille per il sindaco di Sant’Oreste , so sette. E se alla Cicciona non glieli do, cinque, sei». La lista dei nomi è lunga. Buzzi continua: «Eccoli qua questi, questa segnamo Gramazio e l’altro quale era?».
«MI COMPRO TUTTI»
Non sempre le mazzette danno i risultati sperati. Ci sono anche volte in cui la banda paga persone che non riescono ad accontentarli.
Affari a perdere che fanno andare Buzzi e Carminati su tutte le furie.
Il 27 maggio, gli investigatori del Ros registrano una conversazione tra Buzzi, il suo collaboratore Carlo Guarany e altri due uomini. Buzzi è seccato, gli affari con l’Ama non vanno come speravano.
La colpa, secondo il ras, è di qualcuno a cui ha dato dei soldi e che ora sta mettendo i bastoni tra le ruote (il soggetto è ancora da identificare).
«Senti allora io fra poco vedo l’amico friz e glielo dico che noi gli abbiamo dato un po’ di soldi per amicizia… anche perchè non ci rappresenta politicamente, posso dirgli questo? Un “cip per buona volontà ”, poi se non gli basta e vuole diventare pure nemico ci diventasse, non ci frega un cazzo, anche perchè con quella cifra me compro il Consiglio Comunale no, tu che dici? ».
LA CRESTA SUI ROM
Le attenzioni di Carminati e Buzzi, si sa, si erano concentrate anche sui campi nomadi, un modo sicuro di fare soldi. L’11 aprile Buzzi parla alcuni collaboratori dell’ampliamento del campo nomadi di Castel Romano.
Il ras vuole mettere le mani su quell’affare e, stando a quanto raccontano lui e i suoi dipendenti, hanno avuto rassicurazioni dal Comune nella persona di Emanuela Salvatori, responsabile dell’Ufficio rom.
«Quello che dice lei — spiega Caldarelli a Buzzi — è “noi paghiamo 300 persone e in realtà sono 150”». Buzzi annuisce: lo sa anche lui.
«CARMINATI? UN DIPENDENTE»
Trasferito da qualche giorno in un carcere nel nuorese, il ras delle cooperative ha voluto partecipare ieri all’udienza del tribunale del Riesame.
E ha chiesto di rendere, davanti al collegio presieduto da Bruno Azzolini e ai pubblici ministeri Giuseppe Cascini, Paolo Ielo e Luca Tescaroli, spontanee dichiarazioni. «Con Carminati ci eravamo conosciuti in carcere anni fa. Poi ci siamo rincontrati nel 2012. Insieme non abbiamo commesso alcun illecito».
Il suo difensore, Alessandro Diddi, ha depositato anche un contratto di lavoro dal quale risulterebbe che Carminati era dipendente della “29 giugno”, in quanto ex detenuto. Buzzi, accusato di associazione mafiosa, ha preso le distanze «anche ideologiche », dall’ambiente che ruota attorno alla figura di Carminati: «Qui non è questione di “Mondo di mezzo” ma di destra e di sinistra. Io ho vinto appalti con amministrazioni diverse».
Maria Elena Vincenzi e Francesco Salvatore
(da “La Repubblica”)
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