ROMA, REFERENDUM ATAC, URNE CHIUSE: QUORUM LONTANO, PROTESTE AI SEGGI: “CI HANNO IMPEDITO DI VOTARE”
CITTADINI PRIVI DI TESSERA ELETTORALE RIMANDATI INDIETRO, MA UNA CIRCOLARE DEL COMUNE AVEVA SPIEGATO CHE NON ERA NECESSARIA
Referendum Atac, urne chiuse. Alle 8 si sono fermate le operazioni di voto per il referendum “Mobilitiamo Roma” lanciato e promosso dai radicali italiani e + Europa per “mettere a gara il servizio di trasporto pubblico a una o più aziende sotto il diretto controllo del comune di Roma che continuerà , ad esempio, a stabilire il prezzo del biglietto e le tratte necessarie per ogni quartiere”.
Secondo gli ultimi dati resi noti dal Campidoglio, alle 16 c’è stata un’affluenza del 8,95%, pari a 211.817 persone. Dopo 8 ore di votazioni dunque appare lontano il raggiungimento del quorum, fissato al 33,3% dei voti.
Le zone con maggiore affluenza sono i Municipi II (14,23%) ed I (11,93%), ovvero le zone Parioli, San Lorenzo e Centro Storico, bassissima invece a partecipazione in Municipio VI, Tor Bella Monaca-Torre Angela con il 5%.
Ma sono tanti i cittadini che hanno segnalato di non aver potuto votare: “Sono stato impedito dal presidente di seggio perchè non avevo con me la tessera elettorale” racconta Giorgio del Municipio I.
Eppure una circolare del Comune parla chiaro: “Si avvisano i signori presidenti di seggio che, per i referendum consultivi di domenica 11 novembre 2018, gli elettori iscritti nelle liste della sezione sono ammessi a votare anche se sprovvisti di tessera elettorale e che la tessera elettorale, eventualmente esibita, non deve essere timbrata come attestazione di voto”.
“Non poter esercitare regolarmente il loro diritto di voto è un fatto gravissimo” sostiene Riccardo Magi, tra i promotori del referendum. “Oltre ai presidenti che impediscono di votare a chi è sprovvisto di tessera elettorale, mentre il regolamento afferma con inequivocabile chiarezza che per accedere alle urne è sufficiente il documento di identità , c’è anche da segnalare che alcuni seggi non risultano accessibili ai disabili, altri sono stati spostati, in pressochè tutti manca un presidio delle forze dell’ordine e si riscontrano problemi anche in alcuni ospedali. Posto che documenteremo tutte le violazioni di cui avremo notizia, per utilizzarle già da domani in ogni sede opportuna, invitiamo l’Amministrazione a intervenire subito, già dai prossimi minuti, per evitare che si compia uno scempio senza precedenti dei diritti fondamentali dei cittadini. Ne va, letteralmente, della democrazia”.
Dopo averlo sostanzialmente ignorato, anche la sindaca Raggi, nella tarda mattinata si è recata a votare per il referendum nel suo seggio presso l’istituto comprensivo Octavia, mentre il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha votato in mattinata alla scuola Belli, in Prati.
L’appuntamento di oggi ha diviso l’opinione pubblica cittadina: Pd, FI, industriali di Unindustria ad esempio si sono schierati per la liberalizzazione; M5S, Lega, LeU-SI e sindacati per il no.
L’Atac è una delle aziende di trasporto pubbliche più grandi d’Europa, ma anche tra quelle che possiede gli autobus più anziani e un debito “monstre” stimato in circa 1,4 miliardi di euro. La municipalizzata dei trasporti di Roma, è un malato che si sta sottoponendo ad una complessa cura per la guarigione. Si tratta del concordato preventivo in continuità , una strada difficile e ricca di ostacoli, che consiste in una sorta di accordo con i creditori sotto l’egida del tribunale. A dicembre l’assemblea dei creditori dovrà dare l’ok definitivo al concordato sul quale si è espresso già positivamente il tribunale.
L’azienda del trasporto pubblico locale ha oltre 11 mila dipendenti, e un parco bus di quasi 2000 autobus, ma in media – secondo stime del Campidoglio – sono 1.300 quelli che riescono ad uscire ogni giorno, gli altri o sono troppo anziani, o vengono fermati dai guasti.
Sui bus, spesso vetusti, si registrano non di rado incendi – come quello divampato a bordo di un mezzo di 15 anni a maggio nella centralissima via del Tritone – o, più spesso, principi di incendio.
Tanto che su twitter spopola l’hashtag #FlamBus che conteggia, con tanto di numero di linea e lungo dell’incidente, tutti i «bus flambe’ alla romana». Un capitolo a parte anche la manutenzione non sempre facile, visti i fondi, e che riguarda anche le strutture delle fermate metro, come ascensori e scale mobili, non da ultimo la scala mobile della metro Repubblica dove sono rimasti feriti alcuni tifosi russi.
Iter concordatario a parte l’appuntamento di oggi col referendum, seppure consultivo, sulla messa a gara del trasporto pubblico di Roma è un test politico importante per il Campidoglio: si saprà se i cittadini, primi fruitori del servizio martoriato, sono per la strada scelta dai pentastellati o guardano alla liberalizzazione come ad una soluzione possibile.
(da agenzie)
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