RUMORI DI PANCIA: DOPO L’ADDIO DI VERSACE, NEL PDL PRONTE ALTRE FUGHE
ALLA CAMERA GLI “INSOFFERENTI” SAREBBERO UNA VENTINA TRA CUI SPICCANO SCELLI, SPECIALE, VESSA E SOGLIA: MOLTI POTREBBERO PASSARE ALL’UDC…AL SENATO GUIDA LA FRONDA PISANU: CON LUI DINI, SARO, ORSI, AMATO ED ALTRI
Dai veleni su Beppe Pisanu, “avvisato” dal suo partito di essere citato da un pentito di mafia, alle due fatali scosse di Giorgio Napolitano su Lega e legge elettorale, seguite a quelle di Confindustria e Chiesa, si scatena di nuovo la tempesta nella pancia del Pdl.
Sinora i voti su manovra, Milanese e Romano avevano ancito il paradosso della forza della maggioranza.
Ossia la somma di due debolezze: quella del Cavaliere che resiste nel bunker e quella dei parlamentari disperati che vogliono durare fino al 2013, non avendo garanzie sul futuro.
Ma l’ingresso dalla porta principale, grazie al referendum, della questione della legge elettorale ha risvegliato paure e inquietudini tra peones e non solo in vista di un voto anticipato nel 2012.
Nelle truppe del partito dell’amore dislocate tra Montecitorio e Palazzo Madama, la sensazione che il premier sia alla fine del suo ciclo è diffusissima.
Il punto è come sviluppare questa sensazione.
Lo strappo di Santo Versace, uscito dal Pdl per il voto che ha salvato il ministro Romano, ha ridato però coraggio e fiato ad aspirazioni individuali. Alla Camera il numero di questo tipo di insofferenti di destra sarebbe tra i diciotto e i venti.
Usciranno allo scoperto come Versace?
Il percorso di questa pattuglia sarebbe in due tappe: gruppo misto e poi Udc. Il partito di Casini è corteggiatissimo, in grado dI assicurare una sopravvivenza ai richiedenti che bussano, molto più di Fini e di Fli.
Su un foglietto circolano i nomi dei deputati in bilico.
Due sono noti.
Il primo è Maurizio Scelli, ex commissario straordinario della Croce Rossa.
Il secondo è il famigerato generale Speciale, comandante della Guardia di Finanza destituito dal governo Prodi.
Un’altra coppia è formata dgli imprenditori salernitani Pasquale Vessa e Gerardo Soglia.
Quest’ultimo è stato presidente del Pescara calcio, accusato poi di bancarotta fraudolenta.
Le manovre alla Camera incrociano quelle al Senato, dove ha creato scompiglio la colazione organizzata dal senatore frondista del Pdl Beppe Pisanu, da mesi sostenitore di un governo diverso.
I nomi certI dei partecipanti sono quelli di Lamberto Dini, Giuseppe Saro, Orsi, Amato.
Non c’erano invece altri tre sospettati: Zanetta, Boscetto, Baldini.
In compenso erano presenti l’ex governatore piemontese Ghigo e il friulano Antonione.
Ieri Pisanu ha anche avuto un lungo colloquio con Casini.
Il leader centrista dell’Udc ha manifestato la sua convinzione sulla legge elettorale: “Si vota nel 2012 con il Porcellum”.
Che è una delle due opzioni su tre che il centrodestra ha per sopravvivere. Questa riguarda il Cavaliere in persona e potrebbe provocare un fuggi fuggi generale dal Pdl, in previsione di una sconfitta certa e di un vistoso calo dei seggi.
Poi c’è l’ipotesi di una nuova legge elettorale che scongiuri il referendum e porti alla scadenza naturale del 2013 la legislatura.
Uno scenario che costituisce il tavolo di lavoro di Angelino Alfano, segretario del Pdl.
Complici le “scosse” di questi giorni, Alfano vorrebbe volgere a suo favore fughe e “rumori” interni per aumentare la pressione suL bunker del Cavaliere, accerchiato dal nuovo Caf: Casini, Alfano e Formigoni.
Un segnale fortissimo in questa direzione è arrivato ieri,dall’assemblea degli eletti del Pdl della Lombardia.
Proprio nell regione dove sono nati Berlusconi e il berlusconismo.
Primo: il premier non è andato alla convention.
Il fedele coordinatore regionale Mario Mantovani ha giustificato così l’Assenza: “Vuole che iniziamo a camminare con le nostre gambe a fianco di Alfano”.
Mantovani ha anche annunciato una mossa che potrebbe allontanare ancora di più i dubbiosi e gli insofferenti del Pdl: un referendum per ridurre il numero dei parlamentari.
Nel suo intervento, Alfano ha gridato il debito di gratitudine verso il premier, ammettendo la debolezza attuale del Capo: “Lui ha fatto tanto per noi, adesso dobbiamo ricambiare difendendolo dagli attacchi cui è sottoposto. Per la prima volta in 17 anni dobbiamo aiutarlo. Faremo una squadra al suo fianco”.
Parole impensabili fino a qualche mese fa ma che non sciolgono il vero nodo del segretario del Pdl.
Da un lato concordare una via d’uscita con B. (altro governo per fare la legge elettorale, guidato proprio da Alfano), dall’altro riportare l’Udc nel recinto del centrodestra, con Casini che chiede un’autocritica del berlusconismo e soprattutto una legge elettorale che smantelli il bipolarismo.
Questa è la Rodi di Alfano e qui deve saltare.
Senza contare i falchi che ancora credono ciecamente nel Cavaliere.
Fabrizio d’Esposito
(da “Il Fatto Quotidiano“)
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