RUSSIA, LA STRAGE ALLA FABBRICA PLASTMASS DI KOPEYSK DOPO UN ATTACCO DI DRONI UCRAINI: DECINE DI MORTI E FERITI
UNA COLONNA DI FUMO ALTISSIMA IN UN IMPIANTO CHE PRODUCE ESPLOSIVI E PROIETTOLI A 1700 CHILOMETRI DAL CONFINE UCRAINO… POTREBBE ANCHE ESSERE STATA UNA OPERAZIONE DEGLI 007 DEL GENERALE BUDANOV… SI MOLTIPLICANO GLI ATTACCHI ALLE RAFFINERIE RUSSE
I media russi hanno parlato inizialmente di un attacco di droni. Sui canali social ci sono testimoni
che descrivono il ronzio degli aeroplani e le raffiche della contraerea. Se fosse confermato, si tratterebbe di uno sviluppo significativo del conflitto: finora le bombe volanti di Kiev non sono mai arrivate così lontano e si ha certezza solo di raid a circa 1300 chilometri di distanza. Se gli ingegneri ucraini sono riusciti a prolungare il raggio d’azione dei bombardieri teleguidati potrebbero presto esserci altre incursioni devastanti.
Circolano però altre ipotesi. Gli 007 del generale Budanov infatti sono già stati in grado di lanciare droni all’interno del territorio di Mosca, come nell’operazione Spiderweb contro gli aeroporti dei quadrimotori strategici, o di infiltrare agenti sabotatori nelle città.
A Kopeysk il bilancio è molto pesante: le fonti ufficiali elencano dodici lavoratori uccisi, dieci feriti e alcuni dispersi, ma circolano indiscrezioni su un numero di morti più alto. Dal 2024 le linee di montaggio della Plastmass sono state incrementate: oltre agli esplosivi e ai razzi, si è cominciato a confezionare munizioni per mortaio, per i cannoni dei tank e per gli obici pesanti.
Non ci sono dubbi invece sulle cause dell’incendio della raffineria Rosneft di Ryazan, centrata sempre la scorsa notte dai droni ucraini. L’infrastruttura trasforma 17 milioni di tonnellate di greggio in carburante ed è stata bersagliata più volte dall’inizio di agosto.
Gli impianti energetici russi vengono assaliti senza sosta: lunedì è toccato alla centrale di liquefazione del gas di Orenburg che riceve idrocarburi anche dai giacimenti del Kazakistan.
Oltre un quinto della produzione di combustile è stata bloccata, con una crescente carenza di diesel nelle stazioni di servizio oltre a difficoltà nell’esportazione di gas. I piccoli aerei senza pilota di Kiev vengono sempre più spesso affiancati da ordigni più potenti, con motori a reazione. Ma si tratta sempre di armi con cariche di esplosivo limitate, in genere di 50-100 chili, e i russi
possono riparare i macchinari colpiti. Per questo il presidente Zelensky ha tentato invano di ottenere dalla Casa Bianca missili come i Tomahawk statunitensi, con un’ogiva da mezza tonnellata che può smantellare le fabbriche e le raffinerie.
I generali di Mosca non riescono a intercettare i droni perché non hanno velivoli radar, che dall’alto scoprono più facilmente gli incursori in volo a bassa quota. Adesso vogliono moltiplicare le squadre della contraerea intorno ai poli industriali, imitando le tattiche ucraine: stanno riparando i vecchi semoventi quadrinati prelevati dai depositi sovietici e dotando di mitragliere centinaia di fuoristrada. Per formare questo scudo mobile si sta discutendo di richiamare i riservisti: la mobilitazione è resa possibile da un recente decreto e alzerebbe ulteriormente il numero di militari, portandoli a un milione e mezzo.
(da La repubblica)
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