SALERNO-REGGIO CALABRIA: RENZI INAUGURERA’ SOLO UN CANTIERE DELL’AUTOSTRADA
NE MANCANO IN REALTA’ QUATTRO, MA NON SARANNO NEMMENO APERTI
«La Salerno-Reggio Calabria sarà consegnata il 22 dicembre!».
Renzi ha letto il proclama e i corrispondenti esteri sono scoppiati a ridere, in conferenza stampa, sai le sghignazzate che si farebbero se fossero qui al casello di Mormanno, la metafora dell’autostrada A3.
Già il casello non c’è e non ci sarà mai, non è stato progettato, tutti i 443 chilometri del percorso non prevedono qualcuno che paghi: installare ora le barriere costerebbe una follia, è l’eterna furbizia italiana.
Poi sì, il capocantiere Maurizio Ferroni assicura che a Natale sarà tutto finito, mica come in questi giorni che tra le 8 di sera e le 7 del mattino bisogna deviare lungo i tornanti del Pollino. Tuttavia…
Tuttavia succederà quello che già accade tra Gioia Tauro e Campo Calabro, lavori appena finiti e manutenzione già avviata con la chiusura di una carreggiata: vogliamo assestare l’impianto elettrico? Controllare l’aerazione? Verificare la tenuta dell’asfalto?
Nel cantiere di Mormanno lavorano 1.500 persone. Il 25% è residente nei confinanti quattro comuni di Borgo Laino, Laino Castello, Morano e appunto Mormanno.
Il 70% abita in provincia di Cosenza. Salvatore Virgillito, camionista che fa avanti e indietro fra la Sicilia e la Campania al volante di una cisterna ora vuota ora carica di acido solforico: «Ah, ah, ah, finiscono a dicembre. E poi cosa fanno»?
La società consortile Italsarc sta terminando i trafori, i ponteggi, gli sbancamenti, un lavoro di tre anni che vale 498 milioni e sale a 650 tutto compreso.
Una bella fettina degli 8 miliardi e 233 milioni che la A3 è riuscita a inghiottire a partire dal 1962. Fanfani: «La finiremo nel 1964!». Craxi: «Nel 1990!». Lunardi: «Nel 2004!». Berlusconi: «Nel 2009!». Matteoli: «Nel 2012!». Di nuovo Berlusconi: «Nel 2013!». Anche quella volta, alBerlusconi: «Nel 2009!». Matteoli: «Nel 2012!». Di nuovo Berlusconi: «Nel 2013!».
Anche quella volta, alla Camera, furono risatacce.
Lo scetticismo del carpentiere
A imboccarla alle sue radici salernitane, la A3 commuove. Due corsie per senso di marcia, una per l’emergenza, guard-rail rinforzati, gallerie illuminate e verniciate di bianco e rosso.
La prima incongruenza a Galdo, terra lucana, zona a vocazione industriale. La stazione di servizio è rimasta sul vecchio tracciato: due chilometri e mezzo per andare a fare rifornimento, altrettanti per tornare in carreggiata.
«Ovvio che non venga quasi nessuno», sospira il benzinaio Antonio Nocera che ha la stessa età dell’autostrada: «Siamo in queste condizioni dal 26 luglio 2013. L’Anas ci dà qualcosa ma…».
Venti dipendenti sovvenzionati nella piazzola in direzione Reggio Calabria, altrettanti in quella opposta, una situazione identica a Campagna, “diciamo che tiriamo avanti finchè dura”. Un primo bando per le nuove stazioni di servizio è andata deserto, il prossimo chissà .
Dalla galleria Jannello emerge Paolo Amato, 40 anni, dieci mesi appena trascorsi sottoterra, fa il carpentiere: “Finito a dicembre? Il tracciato, forse. Ma avete visto intorno?”. Intorno ci sono voragini, strapiombi, pareti di terra da mettere in sicurezza, gru, scavatrici, ponti mobili.
Sorpresa: Renzi in conferenza stampa non ha detto nulla sul cantiere mai aperto tra Morano e Sibari, 21 km progettati e non finanziati. Non lo hanno informato dei viadotti da ricostruire tra Cosenza e Rogliano, altri 11 km. Poi che ne sarebbero altrettanti da Francavilla a Pizzo, più sei svincoli ancora in fase di progettazione.
Si potrebbe ironizzare che governo e Anas abbiano attinto al genius loci: e si potrebbe pure battezzare ingegneria creativa la scelta strategica di non aprire quattro cantieri su cinque per proclamare che i lavori sono finiti.
Poi ridono però.
Paolo Crecchi
(da “il Secolo XIX“)
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