SALVINI E’ STATO OVUNQUE, SALVO SUL BINARIO DOVE AVREBBE DOVUTO ESSERE
“VI SEMBRA NORMALE CHE UN VICE-PREMIER CON DELEGA AI TRASPORTI NEI GIORNI DELL’INCIDENTE FERROVIARIO A BRANDIZZO SIA AL FESTIVAL DEL CINEMA DI VENEZIA E A MONZA?”
Per una volta Matteo Renzi l’ha detta giusta: “Vi sembra
normale che il vicepremier con la delega ai Trasporti nei giorni dell’incidente ferroviario a Brandizzo sia al Festival del cinema di Venezia e a Monza e non in Piemonte?”.
Infatti non c’è normalità, ma incredulità nell’apprendere che il vicepremier in questione, Matteo Salvini, a poche ore dalla strage dei cinque operai sfilava sul red carpet con Francesca Verdini, “sotto i flash dei fotografi”.
Immortalato mentre mano nella mano bacia la fidanzata, lui tutto tronfio in smoking e lei radiosa in abito da sera. A questo punto uno pensa che il ministro abbia tutto il tempo per rimediare sia pure in ritardo a un comportamento insultante.
Potrebbe rientrare in hotel, slacciarsi il papillon nero di raso e correre con la scorta a posare un fiore su quelle rotaie.
E invece lui avrà pensato di essersi sdebitato con quei poveri morti, con quell’inconveniente che rischiava di guastargli il trionfante weekend bofonchiando un “andrò fino in fondo”.
Abbastanza incomprensibile visto che lui non è la Procura di Vercelli e che l’indagine interna alle Ferrovie era già avviata (a meno che non fosse un lapsus, l’inconscia ammissione che “fino in fondo” ci stava andando definitivamente la sua reputazione).
Passano i giorni – intanto a Brandizzo dopo Sergio Mattarella hanno portato il cordoglio del governo i ministri Zangrillo e Calderone, ma Salvini il tempo per un atto di pietà non lo trova proprio. Perché, ragazzi, c’è Monza, l’Autodromo, la Formula Uno ed eccolo in un’altra immancabile passerella che dà come una carezza alla gomma di una Ferrari. E mentre posa, tutto tronfio, per fotografi e telecamere sembra dirci: io sono Salvini e voi no (per fortuna).
Nel cercare, invano, in Rete qualcosa che corregga, che smentisca tanta tristezza leggiamo il commento di un’attrice, Ornella Muti e di sua figlia Naike: “I ministri dovrebbero fare i ministri e non sfilare sui tappeti rossi”.
Giusto, ma anche sbagliato visto che ci sono ministri che si fanno nominare ministri proprio per poi pavoneggiarsi a Venezia, a Monza, allo stadio Olimpico, al Premio Strega e in ogni altra location dove sfoggiare la combinazione smoking&spocchia.
Da notare, infine, che nell’orgia di talk che ha preso a imperversare con l’arrivo delle prime piogge, non un maestro di giornalismo che si sia soffermato su tanta ignominia. Magari soltanto per chiedere se, ogni tanto, a Salvini può capitare di vergognarsi di Salvini (interrogativo che facciamo nostro).
(da Il Fatto Quotidiano)
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