SALVINI PIAGNUCOLA: “ORMAI MEDIASET MI ATTACCA COME LA7: QUANDO ACCENDI, È SEMPRE COLPA DELLA LEGA”
I RAPPORTI TRA IL SEGRETARIO DEL CARROCCIO E ANTONIO TAJANI SONO SEMPRE PIÙ TESI, ANCHE E SOPRATTUTTO SUL DOSSIER REGIONALI. OGGI CI SARÀ UN NUOVO VERTICE A PALAZZO CHIGI PER CHIUDERE SULLE CANDIDATURE
Il primo vertice del centrodestra sulle Regionali, la scorsa settimana, è stato un buco nell’acqua. Giorgia Meloni questa sera tenterà di nuovo.
I leader alleati, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi sono stati invitati a Palazzo Chigi con l’obiettivo di sbloccare le candidature nelle cinque regioni chiamate al voto in autunno. L’impressione, tuttavia, è che neanche questa sarà la volta buona per chiudere la partita
I rapporti sempre più lisi tra Lega e Forza Italia non aiutano. Salvini, alla festa della sezione della Lega di Pontida […] finisce per attaccare frontalmente le tv della famiglia Berlusconi: «Ormai anche su Mediaset, quando accendi, è sempre colpa della Lega, come su La7». E con queste premesse va trovata un’intesa per Campania e Veneto.
Nella Regione campana le trattative sono più avanzate. Meloni voleva aspettare le decisioni del centrosinistra, nella speranza che sul nome del candidato Roberto Fico, ex presidente della Camera del M5S, si consumasse una frattura con il presidente uscente, Vincenzo De Luca, ma non sembra ci sia aria di guerra nel campo largo.
E se strappare la Regione a un centrosinistra compatto è quasi impossibile, allora non c’è molto su cui litigare. Dovrebbe essere Fratelli d’Italia a esprimere il candidato e il nome più forte è quello del viceministro degli Esteri Edmondo Cirielli.
Nelle ultime ore, però, stanno salendo le quotazioni di Giuseppe Romano, detto Giosy, avvocato legato a Raffaele Fitto che lo mise alla guida della nuova Zes unica del Sud, molto stimato da Meloni.
Sarebbe una candidatura civica, ma decisamente in quota FdI. Molto più lontano da una soluzione è il Veneto, dove il pressing del forzista Flavio Tosiviene vissuto con insofferenza dai leghisti.
Intanto Luca Zaia spinge per avere una sua lista personale alle Regionali, ma anche questo, per la premier, è un problema: il giorno dopo il voto quella lista potrebbe trasformarsi, per Zaia, in uno strumento con cui continuare a dettare legge in Regione.
Dentro Palazzo Chigi non la vedono di buon occhio e pure Salvini sembra poco entusiasta, perché la lista Zaia drenerebbe voti alla Lega. Il leader del Carroccio, per altro, ha abbandonato ogni aspirazione sulla Campania per mantenere la bandiera sul Veneto.
Vorrebbe candidare il fedelissimo Alberto Stefani, segretario della Liga veneta e vicesegretario del partito, o Mario Conte, sindaco di Treviso: due nomi per superare l’era Zaia.
Neanche Meloni, però, abbandona l’idea di poter indicare un suo candidato (Raffaele Speranzon o Luca De Carlo, entrambi senatori) e insiste con l’obiettivo, magari, di trovare un compromesso su un nome proveniente dalla società civile, purché sia di area FdI. Prima di ogni discorso, però, va trovata un’intesa con Zaia. Difficile inserirlo nella squadra di ministri a Roma: Meloni non vuole rimpasti. Più facile una nomina “istituzionale”, ma il “Doge” va convinto
Oggi, quindi, potrebbe non arrivare nessuna decisione, se Meloni insisterà col voler chiudere tutte le caselle prima del via libera complessivo. Ma nella maggioranza premono per ufficializzare almeno le candidature sulle quali c’è già un accordo (Puglia, Marche e Toscana), e dare il segnale che qualcosa, almeno, si sta muovendo.
(da La Stampa)
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