SALVINI, VACCI PER NOI (ANCHE SENZA MASCHERINA, TANTO IL VIRUS NON ESISTE)
NATALE SENZA AMAZON, BISOGNA COMPRARE NEI NEGOZI… COME CAVALCARE LA CRISI SENZA DARE RISPOSTE RAZIONALI… I COMMERCIANTI INTELLIGENTI SI STANNO CONSORZIANDO PER VENDERE SU AMAZON
Era solo questione di tempo. Non c’era alcun dubbio che il primo leader politico nazionale a cavalcare la ribellione dei commercianti contro Amazon in vista del prossimo natale fosse Matteo Salvini.
L’occasione del resto era troppo ghiotta per uno che da anni – e con un uso sapiente dei social network – sa bene come cavalcare la ansie più profonde del paese senza però dare risposte razionali.
In questo caso il leader leghista è stato lestissimo nel farsi portavoce della paura dei piccoli negozianti di quartiere di essere ulteriormente surclassati dal commercio online, soprattutto in prospettiva di un periodo natalizio che si preannuncia magro, visto le restrizioni e le zone rosse in tante regioni italiane.
Salvini ha postato su Facebook e Twitter uno pseudo-sondaggio che non ha nulla di scientifico in cui chiede ai suoi follower se fosse giusto boicottare Amazon, andando a comprare i regali nei negozi invece che sulla piattaforma web.
Il risultato, va da sè è un plebiscito a favore dei negozietti di quartiere, così da trasformare la domanda (retorica) in una netta affermazione legittimata dal responso popolare.
Un giochetto, questo, che Salvini ha ripetuto svariate volte in passato, a partire dalla denuncia della mai provata – e anzi smentita dai numeri, quelli veri – “invasione dei migranti”.
C’è da dire Salvini stavolta non ha fatto tutto da solo ma si è messo sulla scia nientemeno che della sinistra-sinistra francese che al di là delle Alpi ha lanciato la petizione #NoelSansAmazon: a sottoscriverla la socialista sindaca di Parigi Anne Hidalgo, l’ambientalista ed ex ministra dell’Ambiente Delphine Batho, Greenpeace Francia, l’associazione delle librerie francesi e via dicendo.
Ora, il problema non è tanto difendere Amazon, multinazionale americana che nell’ultimo anno ha generato mostruosi profitti grazie ai lockdown e alle nuove abitudini dei consumatori.
Jeff Bezos ha soldi, avvocati, influenza e abbastanza potere mediatico per difendersi da solo.
La vera questione è un’altra: un politico di spessore dovrebbe quanto meno cercare di dare una risposta seria a un problema serio ovvero come aiutare i piccoli commercianti a non subire, ma anzi sfruttare, la rivoluzione tecnologica.
Perchè se c’è una cosa che ci insegna la storia dell’umanità è che dai salti tecnologici non si torna più indietro. Rispondere alla sfida del commercio online chiamando le masse a boicottare Amazon nel periodo natalizio è come voler fermare il vento con le mani.
Che avrebbe fatto Salvini a inizio Novecento quando le prime brutte e puzzolenti automobili iniziarono a soppiantare le carrozze, anche quelle più grandi e sfarzose? Avrebbe chiesto di boicottare la Ford?
L’unica risposta razionale che si può dare a chi viene spiazzato dalla tecnologia è invece un’altra: sfruttala e adegua la tua attività ad essa.
Il web del resto è uno spazio libero in cui anche i piccoli commercianti possono offrire i propri prodotti e i propri servizi, magari associandosi e facendo economie di scale. Altrimenti non resta che lasciarsi prendersi dall’istinto e dall’irrazionalità e fare come quegli operai che a inizio Ottocento distruggevano le prime macchine della Rivoluzione industriale perchè portavano via il lavoro. Si definivano luddisti.
Ecco, Salvini, Primo Luddista d’Italia.
(da “Huffingtonpost”)
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