SANITA’, BUFFET E FORMIGONI SHOW: “VOGLIO LA RIABILITAZIONE PER POTERMI CANDIDARE”
MA CERTO, MAGARI PURE UNA MEDAGLIA PER LA CONDANNA A 5 ANNI E 8 MESI PER CORRUZIONE, IN ITALIA FA CURRICULUM
Chiunque avesse avuto voglia di farsi ammaliare da una Trama fenicia, mercoledì sera aveva due possibilità: un qualunque cinema in cui gustarsi l’omonimo film di Wes Anderson, al debutto, oppure la residenza Cantalupo di Monza, teatro di un altrettanto visionario evento di Forza Italia alla presenza dell’ex governatore Roberto Formigoni, cos’altro se non aspirante fenice.
Già, perché l’omaggiatissimo Celeste, reduce da una condanna definitiva a 5 anni e 10 mesi per corruzione, si è rimesso in testa di fare politica. E ha pure qualche ragione, visto come il partito riunito a Monza lo coccola, lo applaude, lo sprona, lo sfama: “Grazie Roberto”, “Di là c’è il buffet”, “Se la Lombardia è un modello lo dobbiamo a te”.
Chi lo conosce lo sa, Formigoni non è tipo da farsi pregare. In questo mercoledì è ospite d’onore all’evento organizzato dal consigliere regionale Jacopo Dozio, capace di radunare oltre 200 persone per lanciare una nuova associazione (“Territorio e Sussidiarietà”, vecchi pallini ciellini del Celeste) e discutere di Istruzione e Sanità, e pazienza se somiglia al parlare di corda in casa dell’impiccato: è vero, Formigoni è finito in carcere proprio per gli scandali della sanità privata, ma qui ha i galloni del luminare.
Va da sé che il contesto galvanizzi l’ex presidente. Non è che sta facendo un pensierino a una candidatura? “Ho chiesto al mio avvocato di lavorare per farmi ottenere la riabilitazione – annuncia al Fatto – Sto aspettando novità, ma credo non ci
saranno problemi”. Calcolatrice alla mano, Formigoni ha finito di scontare la pena quasi due anni fa. Secondo la legge, dopo tre anni può chiedere la riabilitazione al Tribunale di Sorveglianza e, in caso di via libera, verrebbe meno l’interdizione dai pubblici uffici.
Appena in tempo per le Politiche del 2027: “Non ci ho ancora pensato, ma intanto voglio fare questo passaggio”.
Si capisce che allora è un po’ come essere già in campagna elettorale. Sul palco sfilano diversi big lombardi di FI, dall’europarlamentare Massimiliano Salini all’onorevole Fabrizio Sala, e tutti hanno una buona parola per l’amico Roberto, con derive in stile National Geographic: “La tenacia è la tua forza, e il tuo ruggito lo dimostra”, dice Dozio con enfasi da savana.
In effetti Formigoni a tratti assume sembianze leonesche, come quando nel mezzo del placido discorso di ringraziamento si scalda all’improvviso e alza la voce: “Noi siamo quella gente che la politica la prende seriamente!”. Ovazione.
Al simposio sulla Sanità partecipa financo Giulio Gallera, ex assessore al Welfare durante la pandemia. Ogni dieci minuti Formigoni trova un modo tutto suo per farsi i complimenti da solo: “Ho voluto partecipare al dibattito sull’istruzione perché sono stufo che tutti mi chiedano sempre di parlare di sanità. Formigoni è esperto anche di tanti altri temi”. L’uso della terza persona è ancora un vezzo irrinunciabile.
In particolare, per le scuole l’idea del Celeste sarebbe quella di replicare grosso modo il famoso modello lombardo della sanità, ovvero – appunto – della sanità privata, della sussidiarietà (“non
far fare al pubblico quel che può fare meglio il privato”) e di tutto il resto. Non è andata benissimo – neanche per Formigoni – ma nulla insospettisce l’ex presidente: “La scuola avrebbe bisogno di esperti esterni, anche se il problema è trovare i soldi. E poi dovrebbe essere collegata al mondo del lavoro, alle officine e alle aziende del territorio”. Un’alternanza scuola-lavoro paritaria, se non a vantaggio della fabbrica. Garantisce Formigoni, leone e fenice. Forse riabilitato, forse ricandidato.
(da ilfattoquotidiano.it)
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