SANT’EGIDIO: “UNDICI MILIONI DI POVERI, LA SOCIETA’ TROPPO DURA CON I DEBOLIâ€
IN ITALIA TRE MILIONI DI PERSONE VIVONO IN UNA CONDIZIONE DI POVERTA’ ASSOLUTA, OVVERO NON POSSONO ACCEDERE AI BENI E SERVIZI ESSENZIALI… ALTRI OTTO MILIONI SONO IN UNA CONDIZIONE DI POVERTA’ RELATIVA…QUANDO UNA DESTRA MODERNA E CIVILE VORRA’ RAPPRESENTARLI?
In Italia oltre 3 milioni di persone vivono in una condizione di povertà assoluta – ovvero non riescono ad accedere ai beni e servizi essenziali – e altri 8 milioni sono in una condizione di povertà relativa.
E, forse anche per colpa della crisi, si registra un calo della tensione solidaristica.
La società è più dura con tutti, soprattutto verso i più deboli.
È lo spaccato che emerge dalla prima sessione dei lavori degli “Stati generali degli amici dei poveri”, che si tiene a Napoli.
Un confronto a tutto campo sul tema “Chiesa di tutti e particolarmente dei poveri”, a 50 anni dal Concilio Vaticano II, tra i rappresentanti di 160 movimenti e associazioni di volontariato che operano in Italia promosso dall’arcidiocesi di Napoli, dalla Comunità di Sant’Egidio e dalla Comunità “Giovanni XXIII”.
La povertà è diffusa, ha denunciato il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo e non risparmia nemmeno i minori.
Ma soprattutto in questa fase di crisi bisogna evitare «l’eclissi della cultura della solidarietà » perchè «se non si è solidali si finisce per avvertire i mondi dei poveri, come ingombranti, se non minacciosi».
«Si ha la sensazione che l’esclusione si vada affermando quasi come un’attitudine corrente, mentre svanisce sempre di più il senso di debito sociale», ha detto ancora con forza Impagliazzo.
Per il direttore della Caritas italiana, monsignor Francesco Soddu, «prima ancora di una risposta ai bisogni materiali il povero chiede il riconoscimento effettivo della propria dignità di persona, del diritto di persona, del diritto ad un vita normale e decorosa».
E – avverte il cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo del capoluogo campano – è possibile e necessaria una alternativa alle chiusure e all’egoismo.
Le povertà non sono tutte uguali.
In Campania, in particolare, ha detto il vescovo ausiliare di Napoli, Antonio Di Donna, c’è una specifica questione, che è quella «dei diritti».
E ricordando le parole del cardinale Bagnasco ha detto «che occorre lavoro, lavoro e lavoro».
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