SAVOINI L’IMBUCATO: LA RIDICOLA TESI DIFENSIVA DELLA LEGA
LA LEGA LO SCARICA MA CI SONO MONTAGNE DI FOTO, AUDIO E VIDEO CHE DIMOSTRANO IL SUO STRETTO RAPPORTO CON SALVINI
Il premier non sa chi sia, il ministro dell’Interno non sa a quale titolo fosse lì, per il sottosegretario Giorgetti si tratta semplicemente di un “fanfarone”.
Volendo dare credito alle spiegazioni ufficiali, Gianluca Savoini era alla cena di Stato a Villa Madama offerta da Conte al presidente russo Vladimir Putin lo scorso 4 luglio in qualità di imbucato.
Nessuno, è evidente, ha interesse nel dipanare l’alone di mistero intorno al presidente dell’Associazione Culturale Lombardia Russia, indagato dalla procura di Milano nell’inchiesta per corruzione internazionale, intercettato – come ha svelato BuzzFeed – il 18 ottobre nel lussuoso hotel Metropol di Mosca mentre negoziava con altre 5 persone, tre russe, un finanziamento da 65 milioni di euro derivanti dal petrolio russo per la campagna elettorale della Lega.
A parte etichettare tutta l’inchiesta come “ridicola”, nessuno dà quelle spiegazioni che, una volta fornite, potrebbero agilmente chiudere la faccenda.
Con chi discuteva Savoini al Metropol? A che titolo parlava del partito dell’attuale vicepremier? Salvini ne era al corrente? E, soprattutto, qual è la reale natura dei rapporti tra i due?
Il ministro dell’Interno ha spiegato che Savoini non era stato invitato dal Viminale nè alla cena di Stato nè a Mosca a ottobre, dove Salvini si trovava per una conferenza di Confindustria Russia e un incontro con il vicepremier del Cremlino Dmitry Kozak. L’Espresso ha però pubblicato una foto in cui si vede Savoini parlare con il capo della segreteria del ministro Andrea Paganella, il 17 ottobre a Confindustria, il giorno prima del Metropol.
C’è molto che non torna nella difesa di Salvini: “Vado in giro con centinaia di persone, cosa facciano e cosa chiedano a nome loro non mi è dato saperlo”, ha aggiunto il leader leghista. Ma Savoini non è uno qualunque tra le “centinaia di persone” che accompagnano il ministro. Anzi, è un frequentatore assiduo di Salvini, soprattutto quando si reca in Russia. C’è sempre.
Si tratta di incontri di alto livello istituzionale ai quali Savoini, spesso accompagnato da Gianmatteo Ferrari, segretario dell’Associazione Lombardia Russia, partecipa attivamente in qualità di facilitatore di rapporti per conto di Salvini.
Soprattutto, Savoini ha un passato ben radicato nel partito: leghista da sempre, è stato nel periodo iniziale portavoce di Salvini subito dopo la presa della segreteria di Via Bellerio, sede della Lega a Milano.
La stessa, seppur da entrata diversa (quella che dà su via Colombi 18) dell’Associazione Lombardia Russia di Savoini. Un’associazione, recita lo statuto, che si propone di “progettare e realizzare eventi e iniziative culturali di ogni genere”, fatta esclusione “dell’esercizio di qualsiasi attività commerciale, che non sia svolta in maniera marginale e comunque ausiliaria e secondaria rispetto al perseguimento dello scopo sociale”.
La vicinanza fisica delle sedi è diretta conseguenza di quella personale tra Salvini e Savoini. I due, insieme, si sono recati a Mosca svariate volte.
Nel 2014, dal 10 al 14 ottobre, hanno visitato la capitale russa, incontrando il presidente della Commissione Esteri della Duma (la camera bassa del Parlamento) Aleksei Pushkov, il ministro per la Crimea Oleg Saveliev, il presidente della Duma Sergey Naryshkin.
Poche settimane dopo sono di nuovo lì, per incontro tra decine di imprenditori russi e italiani. Con Salvini e Savoini, all’epoca suo portavoce, anche Claudio D’Amico, ex deputato del Carroccio e membro dell’Osce, oggi assessore a Sesto San Giovanni.
A febbraio 2015 Salvini si reca di nuovo a Mosca per incontrare il responsabile Esteri di Russia Unita, il partito di Vladimir Putin, Andrej Klimov, sempre accompagnato da Savoini.
Ancora, a dicembre, due giorni: il 17 Salvini incontra Pushkov e Klimov, il giorno prima le agenzie riportano di alcuni “incontri privati”. Anche in questa occasione con lui c’era Savoini.
A novembre 2016 i due sono di nuovo nella capitale russa per alcuni incontri all’interno del Palazzo della Duma.
A marzo 2017 ancora a Mosca, per incontrare il potente ministro degli Esteri di Putin, Sergej Lavrov.
L’anno scorso a maggio Savoini si reca di nuovo in Russia: questa volta con lui non c’è Salvini ma Paolo Grimoldi: è deputato della Lega e segretario della Lega Lombarda. In queste vesti, e per conto di Salvini, partecipa al Forum Economico Internazionale di San Pietroburgo.
“A San Pietroburgo – disse Grimoldi prima di partire – come ho concordato con il segretario federale Matteo Salvini, ribadirò la posizione della Lega sulle linee fondanti del rapporto con la Russia, a cominciare dal ritiro delle sanzioni economiche”.
A giugno 2018 una foto immortala al Consolato della Federazione Russa Savoini, Salvini e Ferrari per la Festa della Russia.
A luglio Salvini, in qualità di ministro dell’Interno, si reca a Mosca per un incontro con il suo omologo Vladimir Kolokoltsev e alcuni membri del Consiglio di Sicurezza nazionale della Russia.
All’estremità del tavolo intorno al quale sono sedute le delegazioni dei due paesi c’è ancora lui, Savoini. Durante la conferenza stampa di Salvini alla Tass, la giornalista che ha condotto l’incontro ringrazia il presidente dell’associazione, in prima fila, per il “grande aiuto per questo incontro”.
Infine, tornando all’attualità , Savoini era al Metropol di Mosca durante la visita di ottobre scorso di Salvini in Russia per partecipare mercoledì 17 all’Assemblea Generale di Confindustria Russia presso il Lotte Hotel.
Come hanno rilevato BuzzFeed e l’Espresso, il vicepremier leghista non ha mai chiarito dove sia stato e cosa abbia fatto durante le 12 ore intercorse tra la sera del 17 ottobre, quando incontrò il vicepremier del Cremlino Dmitry Kozak, e l’incontro del giorno successivo tra Savoini e i russi.
La sera precedente, raccontava L’Espresso a marzo, Salvini aveva incontrato il vice primo ministro con delega alle questione petrolifere nello studio dell’avvocato Vladimir Pligin, faccia a faccia che poi era proseguito anche a cena. Poi, un buco.
Come documentano le cronache e numerose fotografie scattate, il rapporto tra Savoini e Salvini era molto stretto.
Per questo motivo, dire di non sapere a che titolo il presidente dell’associazione Lombardia Russia negoziasse (o millantasse) un accordo per finanziare la Lega a Mosca, nè chi lo abbia invitato al Metropol, alla cena di Stato e al Foro di dialogo con Conte e Putin alla Farnesina il 4 luglio scorso, è una versione che non regge alla prova dei fatti.
A meno che non si voglia dar credito all’unica ipotesi che resta in piedi: che Savoini sia un imbucato di professione.
(da “Huffingtonpost”)
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