SCANDALO A CINQUESTELLE: LA GRILLINA LEZZI ASSUME LA FIGLIA DEL FIDANZATO
ERANO ARRIVATI 20.000 CURRICULA DI CANDIDATI CHE SPERAVANO NELLA SELEZIONE PROMESSA… LA SENATRICE SI AUTOASSOLVE: “MOLTI DI NOI HANNO SCELTO AMICI CON LEGAMI PREGRESSI”: QUESTI SAREBBERO I MORALIZZATORI CHE VOGLIONO LE DIMISSIONI DELLA CANCELLIERI
Parafrasando Mozart, è noto che in Italia “così fan tutti”.
«Tutti, ma non quelli del Movimento!», spiega sempre Beppe Grillo, che sulla diversità antropologica dei suoi deputati rispetto a quelli del Pdl e del «Pd-meno-L» ha basato il codice di comportamento dei Cinque Stelle e parte importante del consenso ottenuto nel Paese.
Eppure non tutti gli eletti pentastellati devono pensarla allo stesso modo: la senatrice Barbara Lezzi, quarantenne leccese e considerata tra le attiviste più vicine al leader, ha infatti assunto come portaborse – tra i circa 20mila candidati che hanno inviato un curriculum al sito del movimento sperando in una selezione basata sul merito – la figlia del suo fidanzato.
Non proprio una persona a caso.
La voce dell’assunzione era girata tra la base qualche settimana fa, quando la Lezzi era finita con Paola Taverna al ballottaggio per la nomina di capogruppo dei Cinque Stelle al Senato.
Entrambe fedelissime del tandem Grillo-Casaleggio, alla fine fu la Taverna (20 voti a 13) a spuntarla, nonostante la Lezzi avesse persino annunciato (ironicamente) di voler «sposare Beppe» perchè d’accordo con tutto quello che diceva.
I sospetti sulla portaborse sono iniziati a circolare tra gli attivisti pugliesi a fine settembre, scatenando in rete polemiche e smentite, e coinvolgendo per errore anche un’altra senatrice del movimento, Daniela Donno.
Così tre giorni fa è stata la stessa Lezzi, durante un’incontro pubblico, ad ammettere di aver contrattualizzato come «assistente personale» la figlia del compagno.
«Per gli assistenti personali» ha spiegato davanti alla platea grillina «noi non abbiamo stabilito nessuna norma interna se non quella prevista dal Senato. Che prevede che non vengano assunti familiari, conviventi, parenti o affini».
Secondo la Lezzi, dunque, la figura della figlia del fidanzato non può essere considerata “affine”.
«Io ho assunto una ragazza, che ho conosciuto ai meet-up insieme al padre, con il quale adesso ho anche una relazione» ha ragionato «Io non convivo con il padre: sono molto tranquilla a dirla questa cosa. Io tra l’altro ho assunto non il padre, ma la figlia, che è una ragazza laureata in Economia, e io sono vicepresidente della commissione Bilancio…».
Insomma, tutto normale…
Emiliano Fittipaldi
(da “l’Espresso”)
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