SCANZI ACCUSA DI BATTISTA DANDOGLI DEL TALEBANO
E CITA UNA VIGNETTA DI ALTAN
Una vignetta per descrivere la situazione e una descrizione accurata dello stato dell’arte. Così Andrea Scanzi ha attaccato Alessandro Di Battista durante il suo collegamento con Otto e Mezzo, su La7.
Il giornalista de Il Fatto Quotidiano — come accaduto già nei giorni scorsi con Marco Travaglio — ha aspramente criticato la posizione tenuta dall’ex deputato del Movimento 5 Stelle sulle Regionali e le sue ultime dichiarazioni sulla sconfitta pentastellata. Scanzi contro Di Battista usa parole molto dure e cita anche una vignetta di Altan.
Il giornalista ha definito Alessandro Di Battista un talebano — nel senso di integralista non aperto al dialogo — citando sotto questa etichetta anche l’ex ministra Barbara Lezzi e la candidata pentastellata in Puglia Antonella Laricchia (che non ha seguito le indicazioni di Conte che chiedeva al M5S di convergere su un candidato unico con il Pd, Michele Emiliano). E sull’ex deputato dice: «Cannoneggia il governo, non capisco la sua posizione».
Poi Scanzi contro Di Battista cita una vignetta di Francesco Tullio Altan: «Mi piacerebbe sapere chi è il mandante di tutte le cazzate che faccio».
Insomma, per utilizzare un eufemismo, il giornalista non riesce a comprendere i motivi di questo posizionamento dell’ex deputato (uomo molto apprezzato tra gli elettori pentastellati) contro il Movimento 5 Stelle e contro l’Esecutivo.
Poi la sentenza finale di Scanzi contro Di Battista: «Non può stare nel Movimento 5 Stelle che dialoga col Partito Democratico. È inevitabile, come fa a stare dentro a un Movimento che vuole dialogare, come hanno indicato anche le consultazioni su Rousseau? Potrebbe fondare un nuovo partito e diventare leader dei talebani. Il PTI, Partito talebano italiano, insieme a Lezzi e Laricchia.
(da agenzie)
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