SCATTA LA RACCOLTA FIRME PER LA DENUNCIA ALLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE CONTRO MELONI, TAJANI, CROSETTO E L’AD DI LEONARDO, ROBERTO CINGOLANI, ACCUSATI DI “COMPLICITÀ IN CRIMINI DI GUERRA E CONTRO L’UMANITÀ” COMPIUTI A GAZA
IL DOCUMENTO, VERGATO DALL’ASSOCIAZIONE DI “GIURISTI E AVVOCATI PER LA PALESTINA”, È STATO SOTTOSCRITTO DA DI BATTISTA, DE MAGISTRIS, TOMASO MONTANARI, LAURA MORANTE E MONI OVADIA… LANDINI APPOGGIA L’INIZIATIVA: “DAL PUNTO DI VISTA POLITICO, LA RESPONSABILITÀ C’È TUTTA”
Intorno alla vicenda palestinese e all’indomani degli ultimi scontri di piazza, il clima resta caldissimo in Parlamento.
Resta, agli atti, la richiesta, sottoscritta insieme da M5S, Pd e Avs, perché Meloni affronti la discussione parlamentare sulla vicenda degli attivisti fermati in acque internazionali.
Intanto sotto la denuncia alla Corte penale internazionale contro la premier, i ministri Antonio Tajani e Guido Crosetto e l’ad di Leonardo Roberto Cingolani, accusati di «complicità in crimini di guerra e contro l’umanità», quelli di Israele a Gaza ai sensi dello Statuto di Roma, si raccolgono sottoscrizioni.
Il documento elaborato dall’associazione di «giuristi e avvocati per la Palestina» si prefigge l’obiettivo di «ottenere l’applicazione del diritto internazionale e il riconoscimento dei diritti del popolo palestinese» e conta sulle firme di giuristi, attori, come Laura Morante e Moni Ovadia, politici come Alessandro Di Battista e Luigi de Magistris, storici, come il rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, e trentamila cittadini comuni. La denuncia sarà trasmessa al procuratore presso la Corte penale internazionale che la valuterà.
«Dal punto di vista politico, la responsabilità c’è tutta», sostiene Maurizio Landini, segretario della Cgil —. Un governo che non ha fatto né detto niente si rende indirettamente complice del governo che sta commettendo il genocidio, perché non ha chiesto il riconoscimento dello Stato di Palestina né interrotto i rapporti economici con Israele»
Nella denuncia ministri e premier sono accusati di «omissioni»
«in ordine alla cooperazione militare e di sicurezza con Israele e all’autorizzazione delle forniture di armi». Cingolani per «il trasferimento di armamenti, nonché all’attuazione di progetti di cooperazione con Israele».
Dunque si contesta di non aver interrotto le forniture militari e di «scelte politiche e finanziarie» tra cui l’interruzione dei finanziamenti all’Unrwa (agenzia delle Nazioni unite per il soccorso dei profughi palestinesi).
(da Corriere della Sera)
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