SCUOLA, SALTA IL DECRETO, A RISCHIO L’ASSUNZIONE DI 150.000 PRECARI
IL MINISTRO GIANNINI “BASITA”, NON NE SAPEVA NULLA….RENZI DIVENTA “DEMOCRATICO” SOLO PER DANNEGGIARE I PIU’ DEBOLI
La “buona scuola” di Renzi dovrà fare a meno del decreto.
Alla vigilia del Consiglio dei ministri, il Governo ha fatto sapere che l’atteso decreto non ci sarà , mentre sarà varato il disegno di legge.
La mossa ha colto tutti alla sprovvista, in particolari i 150mila precari a cui è stata promessa l’assunzione e che ora, con i tempi molto più lunghi del disegno di legge, vedono a rischio la loro regolarizzazione entro settembre.
Ma da Palazzo Chigi, quello che per i diretti interessati, i docenti, potrebbe essere visto come un pasticcio, il mancato decreto è invece considerato un messaggio per il Parlamento: un invito a coinvolgere le opposizioni, liberandosi così dalle critiche che gli sono state mosse rispetto all’abuso della decretazione d’urgenza.
Una scelta che però rischia di ricadere sulle spalle dei più deboli, i precari della scuola.
Andiamo con ordine. In prima battuta, il Cdm di oggi avrebbe dovuto varare un decreto: un testo su cui al ministero dell’Istruzione stanno lavorando da settimane, con la bozza ormai ultimata. Tutto pronto.
Poi in serata il dietro-front: Renzi, spiegano ambienti vicini alpresidente del Consiglio, è stufo per l’accusa di “dittatorelli” mossa al governo dai leghisti e dal capogruppo azzurro Renato Brunetta.
Il governo, è la convinzione del premier, sta lavorando ad un cambiamento radicale ma vuole coinvolgere le opposizioni.
Per questo il Consiglio dei ministri rinuncia al decreto proponendo un ddl, chiedendo tuttavia tempi certi al lavoro parlamentare.
Se tutti saranno rispettosi, dice Renzi ai suoi, e attenti, se non ci sarà ostruzionismo, allora le ragioni dell’urgenza saranno rispettate dal normale dibattito parlamentare. Una sfida in positivo, si spiega nell’entourage del premier, sui contenuti e sul metodo e si vedrà come reagiranno le opposizioni.
La mossa del premier, arrivata a poche ore dal Cdm, ha lasciato basita il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, scrive Repubblica.
Per questo ministro e premier si vedranno in mattinata per definire i dettagli degli interventi dedicati alla scuola.
(da “Huffingtonpost“)
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