SE QUESTO È L’UOMO CHE DEVE RENDERE “SEXY” L’OPERA, I TEATRI POSSONO CHIUDERE: IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA, GIANMARCO MAZZI (FDI), SI INERPICA IN UNA BALBETTANTE FILIPPICA NON-SENSE. SI PERDE, DIVAGA, E NON SI CAPISCE QUALE SIA IL PUNTO
“L’OPERA NASCE POPOLARE, NELLA SOCIETÀ PRE-ELETTRICA (SIC!). E TUTTE QUELLE COSE CHE NOI VEDIAMO, ANCHE LA FORMA NEL CANTO, L’ORCHESTRA CHE È NELLA BUCA, PERCHÉ È PROPRIO PER QUELLO, CIOÈ IN FONDO L’ORCHESTRA VENIVA CONSIDERATA COME DOVEVA DARE IL SUONO, DICIAMO…” (GIANMA’, COMPRA UNA VOCALE)
Sottosegretario Mazzi, le vogliamo chiedere: “L’opera è per pochi, ancora oggi forse è considerata
così, cosa serve secondo lei per farla diventare di nuovo popolare tra i giovani?”
Gianmarco Mazzi: Eh, questa è una domanda complicata perché in realtà l’opera, come sanno anche gli esperti, nasce proprio popolare, cioè l’opera è un qualcosa che nasce nella società pre-elettrica e tutte quelle cose che noi vediamo, anche come dire la forma nel canto, l’orchestra che è nella buca, perché è proprio per quello, cioè in fondo l’orchestra veniva considerata come doveva dare il suono, diciamo, quello che oggi magari fanno le basi, fanno altre cose e quel canto era un canto costruito in quel modo, proprio per consentire che anche il pubblico più lontano dei teatri potesse seguire l’opera.
Poi dopo è arrivata l’elettricità e sono nate altre modalità, altre forme di canto.
E oggi diciamo che sono possono essere tante, non c’è secondo me un’unica ricetta che risolve tutto. Bisogna fare più cose.
Ad esempio, io che sembra quasi banale, ho suggerito di lavorare molto sulla durata.
Ci sono a volte, siccome le opere sono molto lunghe, oggi la durata, ad esempio rispetto al mondo dei giovani, può essere un ostacolo perché i giovani in generale sono abituati a partecipare e si entusiasmano, sono più veloci, diciamo, e lì a volte quando ci sono opere che durano 3 ore e mezza, che poi con gli intervalli arrivano a 4 ore e mezza, sono durate eccessive queste.
E allora ho suggerito, ad esempio che in alcuni casi in cui per aumentare la durata vengono unite due opere, faccio un esempio “I Pagliacci” che vengono sempre rappresentati insieme a “Cavalleria Rusticana” e magari invece di offrire delle serate con entrambe, proporre solo “Pagliaccio”, solo “Cavalleria Rusticana” che durano poco più e quindi favorire l’avvicinamento e la partecipazione dei giovani.
Poi ci possono essere tante altre iniziative, è chiaro che nell’opera per appassionarsi è fondamentale fare un percorso di conoscenza, perché altrimenti alcune fondazioni fanno partire dall’età proprio tenera, addirittura invitano i bambini di 3-4 anni che si divertono perché vedono i costumi e magari questa è una buona idea, perché quando un bambino molto piccolo si appassiona ad una cosa può essere che poi nel futuro diventi un appassionato di qualcosa che gli ricorda e magari si appassionano anche i genitori che sono giovani come i bambini.
Però sono tante le idee. Io quello che ho raccomandato al sistema dell’opera, alle fondazioni che tendono ad essere chiuse in se stesse, ognuno difende un po’ il proprio recinto, invece di scambiarsi le conoscenze, le idee, il sapere, perché è in questo modo che il sistema può crescere nel suo complesso.
Io non credo che una fondazione possa avere successo a discapito dell’altra, anche perché i teatri sono dislocati in tutta Italia.Per cui è giusto che mettano in rete tutte le iniziative che fanno e capire quali sono quelle più utili per attrarre un pubblico giovane e appassionarlo.
(da agenzie)
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