“SI DA’ FUOCO DOPO AVER PERSO CASA E LAVORO”: SI SCATENA LA FOGNA RAZZISTA SUL WEB, MA NESSUNO LEGGE CHE L’UOMO ERA UN MAROCCHINO
LA DENUNCIA DEL “SECOLO XIX”: QUANDO DOPO VENTI COMMENTI DA GALERA QUALCUNO LEGGE FINALMENTE L’ARTICOLO E AVVISA CHE ERA UNO STRANIERO FINISCE LA SOLIDARIETA’
Ieri mattina abbiamo pubblicato sulla pagina Facebook del Secolo XIX la notizia dell’uomo di 38 anni che ha cercato di darsi fuoco a Sarzana dopo avere perso casa e lavoro, ma senza specificare che si tratta di un cittadino marocchino.
Abbiamo scritto semplicemente che «un uomo di 38 anni, sfrattato e senza lavoro, tenta di darsi fuoco davanti alla moglie e ai figli».
Il primo commento è arrivato 4 minuti dopo la pubblicazione del post: «Diamo lavoro agli altri…», con tanto di “mi piace” di un’altra persona che evidentemente ha la medesima opinione; poi, un diluvio: «(con gli immigrati non lo fanno», «aiutiamo gli italiani come il signore», o anche, in rapida sequenza, «per lui non esistono sussidi, alberghi e pranzi pagati, vero?» e «aiutiamo gli altri, noi carne da macello», «come mai non gli hanno dato un albergo a tre stelle come ai suoi fratelli migratori?», e i vari «ma noi… pensiamo a ‘sti maledetti immagrati » e «invece agli immigrati… » o il più articolato «ma perchè, perchè… basta andare a Brindisi, imbarcarsi per l’Albania e fare ritorno a Brindisi il giorno dopo… vestito male… e il gioco è fatto!».
È solo quasi 4 ore dopo la condivisione del post che qualcuno legge la notizia e si accorge che il 38enne è in effetti un cittadino straniero, e lo fa notare agli altri: «24 commenti e nessuno ha letto l’articolo, viste le risposte!».
Proprio così: sino a quel punto, evidentemente, moltissimi avevano commentato basandosi solo sul titolo, senza nemmeno sapere su che cosa stavano esprimendo la loro opinione.
Da quel momento, il tenore degli interventi cambia, c’è chi fa notare a molti dei primi commentatori che «guardate che è marocchino» e comunque il post perde rapidamente d’interesse: il 38enne non è italiano e quindi, come fa notare qualche irriducibile, «non avremo perso nulla…».
(da “il Secolo XIX”)
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