“SIAMO TUTTI NORVEGESI, ETERO E GAY, CRISTIANI E MUSULMANI, CHI E’ NATO QUI E CHI E’ IMMIGRATO”
IL NOBILE DISCORSO DI RE HARALD DI NORVEGIA HA COMMOSSO NON SOLO IL SUO PAESE… “CASA NOSTRA E’ LA’ DOVE BATTE IL NOSTRO CUORE”, CONTRO OGNI RAZZISMO
“Siamo tutti norvegesi: etero e gay, cristiani, musulmani e atei, chi è nato “qui e chi è venuto qui fuggendo da persecuzioni o miseria”.
Non lo ha detto un attivista pro-migranti, bensì Sua Maestà Harald V, amatissimo, anziano ma ancora ‘very fit’ re di Norvegia.
E’ forse la prima volta che un sovrano pronuncia un discorso di tale apertura, e ciò è tanto più rilevante in un momento in cui populismi, xenofobia, intolleranza si diffondono nel mondo libero.
E allora “Il discorso del re”, come ormai lo chiamano tutti alludendo al celebre film su Giorgio VI d’Inghilterra, diventa virale su internet e commuove il paese e la community online globale.
Harald ha parlato la settimana scorsa, nel suo tradizionale discorso ai sudditi-cittadini nel bel parco del palazzo reale nel cuore di Oslo.
Parco sempre aperto al pubblico, dove egli spesso passeggia per tenersi in forma e mischiarsi alla gente, e pur di giocare coi bimbi di passaggio allontana la scorta.
Ma aveva parlato a braccio, e senza che il protocollo diffondesse alla grande notizia delle sue frasi.
Poi però col tam-tam in rete la story si è diffusa.
Ecco i passi salienti del ‘discorso del re’:
“I norvegesi siete voi. I norvegesi siamo noi…la Norvegia è unita, è una, al paese appartengono tutti gli esseri umani che vi vivono per quanto diversi tra loro possano essere”.
E poi ancora: “Sono norvegesi ragazze che amano altre ragazze, ragazzi che amano altri ragazzi, e ragazze e ragazzi che si amano tra loro…i norvegesi credono in Dio, in Allah, in tutto o in nulla”.
Poi il sovrano è passato ad affrontare il tema dei migranti: “Sono norvegesi anche coloro i quali sono venuti dall’Afghanistan o dal Pakistan, dalla Polonia, dalla Svezia, dalla Somalia e dalla Siria, immigrati da noi. Anche i miei nonni centodieci anni fa vennero qui emigrando dalla Danimarca e dall’Inghilterra. Non è sempre così facile dire da dove veniamo e quale è la nostra nazionalita. Ciò che chiamiamo casa nostra è il luogo dove è e batte il nostro cuore, e non sempre questo luogo è reperibile all’interno delle frontiere di un paese”.
“La mia grande speranza per la Norvegia cara patria, ha continuato Sua Maestà , è che la gente si adatti accettandosi a vicenda, “che noi continuiamo a costruire questo paese basandolo sui valori della fiducia, della comunità e della generosità ; che noi siamo consapevoli di essere un solo popolo, nonostante ogni differenza tra noi, che sappiamo sempre che la Norvegia è una e unita”.
Le parole di Harald V sono state interpretate come un implicito ma chiarissimo attacco a tutti i populisti e xenofobi, tendenze che l’ondata migratoria ha diffuso e rafforzato anche in Scandinavia, Norvegia compresa.
L’attuale governo di centrodestra norvegese – i conservatori della premier Erna Solberg e i populisti come junior partner – segue una politica dura verso profughi e migranti.
D’altra parte la Norvegia è da anni, come la vicina Svezia, uno dei paesi che hanno accolto e salvato il maggior numero di persone in fuga da guerre e dittature o miseria, in rapporto alla popolazione autoctona.
Il settantanovenne sovrano e la sua consorte, la regina Sonia, sono da tempo tra i regnanti più popolari del mondo. Poliglotti ma vicini al popolo, e sempre pronti ad accettare a cuore aperto lo spirito del tempo.
Come quando dissero sì senza esitazione alle nozze tra il principe ereditario, loro figlio Haakon, e Mette-Marit, una giovane Cenerentola ‘commoner’ (borghese) povera, divorziata e con un figlio di primo letto e un passato discusso.
O come quando reagirono con sorriso alla piccola gaffe di Renzi il quale, nel corso della visita dei reali in Italia (sotto il regno di Harald i rapporti economici e politici bilaterali Oslo-Roma hanno vissuto e vivono un grande sviluppo) strinse la mano a Sua Maestà , gesto non previsto dal protocollo.
(da agenzie)
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