SILVIO PENSA GIA’ AL VOTO: “MA ENRICO FINIRA’ CON ME”
“IL PD HA SCELTO DI FARMI FUORI”…. I LEGALI: “DECADENZA ILLEGITTIMA”
“Al pD non basta la condanna in Cassazione, adesso ne vogliono una seconda, buttarci fuori dal governo per mettersi con Grillo”. “Ma vedranno di che pasta è fatto Berlusconi”.
Sempre chiuso ad Arcore, nella peggior estate della sua vita, il Cavaliere non è affatto un uomo indeciso e tremebondo, incerto sulla strada da seguire. Per nulla.
Ha le idee chiare e già si prepara alla prossima campagna elettorale. Poche tappe.
Contrastare l’iter della decadenza come manifestamente incostituzionale, niente memoria in giunta per il 28 agosto, ma un florilegio di costituzionalisti per sostenere la manifesta forzatura giuridica.
Poi attaccare il Pd intenzionato a votargli contro: “È una decisione politica, non tecnica. Ma sappiano già da ora che un minuto dopo il voto in giunta, io faccio cadere il governo, non tengo bordone a chi si presta a una clamorosa violenza delle regole giuridiche. Vadano pure con Grillo, il governo durerà poco, già vedo il voto a febbraio-marzo e lì si vedrà chi sono io”
Il combattente non demorde. Ieri, quando ha letto le dichiarazioni di Letta, ha subito detto: “Avete visto che ho ragione? Il governo è un morto che cammina. Chiedono una nuova legge elettorale perchè sanno che il voto è vicino e hanno paura della nostra forza. Ma non c’è più spazio per fare concessioni, à la guerre comme à la guerre…”.
Lo dice in privato come l’ha detto in pubblico poche ore prima quando ha telefonato al coordinatore Pdl della Lombardia Mario Mantovani che stava a Bellaria, tra i militanti, per raccogliere firme in suo favore.
“Andate avanti con coraggio, io resisto. Farò fino all’ultimo l’interesse del Paese e degli italiani. Non vi farò fare assolutamente brutte figure. Prepariamoci al meglio”
Una difesa-offesa in tre tappe.
La prima mossa si gioca a fine mese. L’amico-avvocato Niccolò Ghedini ha convinto il Cavaliere che la legge Severino non può essere sicuramente applicata a lui perchè approvata a dicembre 2012 – è la sua tesi – non ha valenza retroattiva sia che venga interpretata come una sanzione penale, sia amministrativa.
Se è penale incappa nel principio del favor rei, se è amministrativa nella legge 689 dell’81 che, all’articolo 1, esclude comunque la retroattività .
Dunque Berlusconi non deve presentare una memoria difensiva che avvalorerebbe la legittimità della discussione in giunta.
L’idea è tutt’altra, dimostrare con pareri giuridici che il Senato sta seguendo una via palesemente e manifestamente illegale.
Dopo tante critiche alle leggi ad personam fatte da Silvio, stavolta lui attacca il Pd perchè volutamente “utilizza la Severino contra personam”.
I suoi consiglieri sono proprio convinti che il Pd stia sbagliando tutto, perchè potrebbe bloccare il voto sulla decadenza, aspettare comunque sia le motivazioni della sentenza che soprattutto la decisione sull’interdizione, lasciare che la Severino sia applicata semmai quando ci saranno le prossime elezioni.
Allora toccherebbe all’ufficio elettorale bloccare la candidatura di Berlusconi e il Pd “non si sporcherebbe neppure le mani”
Ma s’innesta proprio qui la convinzione dell’ex premier che quello della giunta “è un processo politico”, in cui non conterebbero affatto le regole, ma solo l’obiettivo da raggiungere. Berlusconi non fa che dire ai suoi: “Il Pd considera già morto il governo Letta, guarda all’alleanza con M5S, usa la giunta del Senato come killer contro di me”.
Qui s’innestano la seconda e la terza mossa di Silvio per sopravvivere politicamente. Innanzitutto gli uomini del Cavaliere stanno facendo carte false per mettere le mani sul nastro dell’intervista al Mattino del giudice Antonio Esposito, il presidente del collegio Mediaset in Cassazione.
Non c’è amico o avvocato di Berlusconi che non ripeta che quel nastro “è decisivo” perchè dimostra come il processo sia “una farsa”, un “perfetto imbroglio”, una “truffa”. Un processo politico
La terza carta in serbo sono le elezioni anticipate. Lì punta Berlusconi, perchè è sicuro di vincere, non gli importa nulla di poter essere candidato perchè tanto farà campagna elettorale lo stesso.
“Il mio popolo non mi tradirà e questa volta mi darà la piena maggioranza”.
A quel punto, non ci saranno più problemi. Via con la riforma della giustizia, della Consulta, del Csm, del sistema disciplinare, via l’azione penale obbligatoria, puniti i magistrati che parlano coi giornalisti, via la legge Severino.
Nei progetti faraonici di Berlusconi la questione della decadenza diventa solo l’occasione per precipitare Letta nella botola: “Se lo ricordi, un minuto dopo il voto in giunta lui dovrà lasciare Palazzo Chigi…”.
Liana Milella
(da “La Repubblica“)
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