SILVIO SBOTTA: “NON NE POSSO PIU’ DI QUESTI DUE CHE LITIGANO”, QUASI FATTA PER BERTOLASO, IN FONDO E’ SOLO IMPUTATO PER CORRUZIONE
LA BATTUTA DI TOTI: “ORMAI GIUSTO LA PROTEZIONE CIVILE PUO’ SALVARCI”… GASPARRI DISSENTE: “COSI SIAMO CERTI DI NON ARRIVARE NEPPURE AL BALLOTTAGGIO”
La richiesta assomiglia a una preghiera: “Guido, solo tu mi puoi salvare. Per me il candidato sei sempre stato tu, sin dall’inizio. E ora sei l’unico che può mettere insieme la coalizione su Roma. Io non ne posso più di questi due che litigano”.
Silvio Berlusconi, a telefono, ha il tono da supplica.
Marcello Fiori, entrando alla Camera, è al telefono: “È quasi sì. Guido ha detto un quasi sì. Se tutto va come deve andare lo ufficializziamo domani. Magari fosse”. Perchè la rogna del candidato sindaco al Campidoglio è diventata una sorta di emergenza nazionale per il centrodestra.
Solo il nome di Bertolaso riesce a comporre la faida tra Matteo e Giorgia.
Col primo che, ormai, tra proposte di primarie e vertici fatti saltare, ormai gioca per Marchini.
E la seconda pronta anche a riaprire il tavolo ovunque e a correre da sola a Roma: “A Salvini — dice un forzista di rango — di Roma non gliene importa nulla. Gli importa che la Meloni non lo superi in visibilità nazionale. Avrebbe chiuso su Marchini, ma ora propone le primarie perchè è un altro modo per farlo passare. Il suo problema è la Meloni”.
Allarga le braccia Giovanni Toti, parlottando con qualche collega: “In fondo — dice a mo’ di battuta – l’unica cosa che può salvare Roma è la protezione civile. E Guido…”. Chiosa un deputato forzista: “E forse è l’unica cosa che può salvare anche noi”.
Riso amaro. Perchè il centrodestra pare un campo di macerie.
In un corridoio del Senato Maurizio Gasparri è avvelenato: “E che risolviamo con Bertolaso? Marchini si candida comunque e noi non andiamo neanche al ballottaggio”.
Un pezzo del partito di Berlusconi, da Gasparri a Tajani, si è molto esposto su “Arfio”.
Si sprecano battute, dentro Forza Italia, sulle leggende dei massaggi al Salaria Sport Village dell’allora capo della protezione civile. Per non parlare dei guai giudiziari. Bertolaso è ancora imputato per corruzione nel processo sulla “cricca” degli Appalti al G8, rinviato a giudizio per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose nel processo grandi rischi bis nel processo all’Aquila.
Benzina nel fuoco grillino, ammesso che i Cinque Stelle giochino a vincere su Roma, “una scelta guardando indietro” sussurra qualche azzurro a Grazioli.
In verità il punto fisso del ragionamento berlusconiano è sempre lo stesso, un punto tutto pre-politico e psicologico.
Un ex ministro si sfoga: “La cosa che mi addolora è che Silvio non ci lascia niente. Sta dimostrando, consciamente o inconsciamente, che dopo di lui c’è il diluvio. Non gli importa di ciò che lascia. Non fa le primarie proprio perchè farebbero “precedente” e se le fai a Roma o Milano, poi le fai in Italia. E così ci porta a tutti nella tomba con lui”.
Al Senato è uno sfogo infinito: “Ormai neanche ti ascolta più”, “ma lo hai visto l’altra sera dalla Merlino? Non è mai andato così male in tv”, “fa tenerezza”.
Raccontano che, negli ultimi giorni, anche Fedele Confalonieri gli avrebbe detto: “Silvio, è il momento. Basta”.
E tra i senatori ormai la diaspora ha fatto raggiungere il minimo storico del gruppo, “quota 40”.
Nel senso che con l’addio di Riccardo Villari, ultimo ad aver lasciato Forza Italia per andare con Ala, il gruppo si è più che dimezzato rispetto all’inizio della legislatura raggiungendo la quota di 40 senatori.
E altri sono in uscita a partire dal lombardo Sante Zuffada.
L’ex premier sa, ma non interviene. E negli ultimi giorni si è ri-sentito con Verdini. In fondo Parisi è un city manager, di origine socialista, Bertolaso l’ex capo della Protezione Civile.
Anche loro candidati perfetti del partito della Nazione.
(da “Huffingtonpost“)
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