“SILVIO, VOGLIO 540 MILIONI”: E’ LA RICHIESTA DI VERONICA PER IL DIVORZIO
SALTATE LE TRATTATIVE, ORA TOCCA AI GIUDICI STABILIRE IL VALORE DELL’ADDIO
Tornato in campo da padrone per rilanciare Forza Italia a colpi di video-messaggi, comizi, attacchi e interviste televisive, Silvio Berlusconi sta usando tutto il suo proverbiale carisma pubblicitario per delegittimare la condanna per frode fiscale e ripresentarsi agli elettori con l’aureola del perseguitato dalla giustizia.
Eppure basta scavare dentro una delle sue più famose cause giudiziarie, quella che lui stesso ha avviato contro l’ex moglie, per ritrovargli cucito addosso il marchio verace del privilegiato.
Già , perchè il divorzio da Veronica Lario è il perno di una vertenza che pochissimi in Italia potrebbero permettersi: un problema da mezzo miliardo.
La cifra, mai ufficializzata finora, è stata al centro di una trattativa che si è interrotta circa un anno fa, in un clima di assoluta riservatezza.
In quel periodo Silvio Berlusconi e la sua ex moglie, dopo mesi di veleni, erano tornati anche a vedersi e a parlarsi a tu per tu.
Le loro squadre di avvocati civilisti puntavano a chiudere tutte le cause incrociate di separazione e divorzio con un accordo globale: un maxi-assegno definitivo, da versare una volta per tutte.
La fine delle liti con Veronica, madre di tre dei suoi cinque figli, avrebbe consentito al leader di Forza Italia di riportare la pace nelle sue famiglie e concentrarsi sulle sue preoccupazioni di sempre: politica, affari e giustizia.
Invece l’accordo è naufragato. E finora, nonostante il ruolo dei protagonisti nella vita pubblica, non si sapeva nulla nè della trattativa, nè del perchè fosse fallita.
Ora “l’Espresso” può ricostruire i fatti fondamentali.
L’accordo è saltato per una questione di cifre: Veronica Lario voleva più di mezzo miliardo. Per l’esattezza, 540 milioni di euro.
Una richiesta che Silvio Berlusconi ha bollato come esagerata, sproporzionata, ingiustificabile.
Tra denaro e proprietà , il padrone della Fininvest sarebbe stato disposto a liquidarla con più di 200 milioni. Meno della metà della somma rivendicata da lei.
Visto il patrimonio accumulato da Berlusconi, accreditato di una fortuna superiore ai sei miliardi di dollari, l’ex moglie si è sentita presa in giro.
A quel punto i contatti tra ex coniugi si sono interrotti. E la partita è tornata in mano agli agguerriti staff legali, che sono tuttora impegnati nelle due cause in corso: quella di separazione, che è in fase d’appello a Milano, e il processo di divorzio, avviato dallo stesso Berlusconi in primo grado a Monza.
Gli ex coniugi, beninteso, hanno sempre la possibilità di riaprire la trattativa e arrivare a un accordo soddisfacente per entrambi. Ma almeno fino a questo momento l’ipotesi di un lieto fine viene considerata molto improbabile.
Di fatto, in questi ultimi mesi, gli avvocati stanno lavorando solo per rendere più vantaggiosa possibile la decisione finale che spetterà ai giudici.
La sentenza più importante riguarda il contenuto economico del divorzio: il verdetto di primo grado è previsto tra circa un anno.
Finora i tribunali hanno quantificato solo l’assegno mensile provvisorio: i giudici di Monza, all’inizio di quest’anno, l’hanno ridotto a un milione e 400 mila euro, con un taglio notevole rispetto ai circa tre milioni (ovvero centomila euro al giorno) che erano stati fissati a Milano nel quadro ormai superato della separazione iniziale. Questa cifra mensile può fornire una prima indicazione sul valore di un ipotetico accordo finale: gli esperti di diritto ricordano, a titolo di esempio, che una regola-base del vecchio codice prevedeva di moltiplicare per 20 la rendita annua.
Applicando questo semplice parametro all’assegno che Berlusconi è già ora tenuto a versare a Veronica, dunque, si raggiungerebbe un capitale di 336 milioni.
Un valore che si colloca più o meno a metà strada fra l’offerta di lui e la richiesta di lei. E che di certo rappresenta un tesoro irraggiungibile per i cittadini normali.
In Italia, secondo l’Istat, il reddito medio per abitante si ferma a meno di 18 mila euro all’anno (per l’esattezza, 17.979). Per poter liquidare l’ex coniuge con la stessa cifra, dunque, l’italiano medio dovrebbe lavorare (risparmiando tutto) per 18 mila e 688 anni.
Per i giudici non sarà facile decidere il cosiddetto «divorzio del secolo», anche perchè la legge fissa solo principi generali, da applicare al caso concreto con molte variabili: il tenore di vita durante il matrimonio, la sua durata, i bisogni dei figli, l’età , la salute e altri dati tutti da interpretare.
Rispetto alla separazione (provvisoria), il divorzio fa cessare gli effetti del
Ma anche dopo il taglio della somma mensile, Silvio e l’ex moglie hanno continuato a dividersi, ad esempio, sulla durata dell’assegno: lui ha 77 anni, ma gli avvocati di Veronica puntavano a un accordo calcolato sull’aspettativa di vita di lei, che ha vent’anni di meno.
I possibili riflessi pubblici di questa lite privata sono ben noti a Berlusconi.
Il proprietario della Fininvest ha sposato Miriam Bartolini, conosciuta con il nome da attrice di Veronica Lario, il 15 dicembre 1990.
La crisi fu ufficializzata da lei nel 2007 con una famosa lettera a “Repubblica”: Veronica gli chiedeva «pubbliche scuse» dopo le galanterie di Silvio con Mara Carfagna alla serata dei Telegatti.
Ma precisava anche di essergli stata «al fianco» fin dal 1980. Cioè da quando Berlusconi era ancora sposato con Carla Dall’Oglio, la madre di Marina e Piersilvio, che si era accontentata di un assegno molto inferiore.
Nel 2009, dopo l’apparizione di Berlusconi al diciottesimo compleanno di Noemi Letizia, è sempre Veronica a preannunciare la causa di separazione con una lettera all’”Ansa”.
Dove non solo definisce «ciarpame» le candidature di «veline», ma allude anche, in anticipo ai processi per il caso Ruby e l’affare Tarantini, a «vergini che si offrono al drago per rincorrere il successo, la notorietà e la crescita economica».
Gli avvocati civilisti di Berlusconi, d’altro canto, hanno già incamerato due ottimi risultati.
Gli ex coniugi hanno rinunciato a rinfacciarsi «l’addebito per colpa», per cui restano fuori dal processo di divorzio tutte le storie di sesso e soldi documentate dalle indagini di Milano e Bari.
Inoltre il tribunale di Monza ha ormai ratificato lo status di divorziati: una sentenza “parziale” che toglie a Veronica il diritto di rivendicare il 25 per cento del patrimonio di Silvio nella futura eredità ormai riservata solo ai figli.
Ma se è vero che Berlusconi è un uomo con molti segreti, il riconoscente silenzio di un’ex moglie può ancora valere un tesoro.
Paolo Biondani
(da “l’Espresso“)
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