SOLDI, BANANE E RICORSI VARI, GRILLO VA ALLA GUERRA TOTALE
PIOGGIA DI COMMENTI CRITICI SOTTO IL POST DEL GARANTE
Forse ha capito che la seconda votazione sulla sua carica, quella di garante, andrà come la prima, cioè con gli iscritti al Movimento che gli indicheranno la porta. O forse, semplicemente, non ne può più dell’avversario, di quel Giuseppe Conte con cui non poteva che finire malissimo. Di certo Beppe Grillo vuol far saltare il banco dei Cinque Stelle. Per questo alle 11 e 03 di oggi andrà alla guerra finale e totale con l’ex premier. L’ora in cui tramite un video diffonderà “un delicato messaggio”, come anticipato dallo stesso Grillo ieri mattina sui suoi social, con tanto di foto iconica che lo ritrae assieme al co-fondatore dei Cinque Stelle, Gianroberto Casaleggio.
Una decina abbondante di anni dopo, oggi l’ancora garante dovrebbe annunciare l’impugnazione dello statuto. Lo fa capire anche l’orario scelto per l’annuncio, che fa riferimento all’11 marzo 2022, data della seconda e definitiva votazione del testo. E così lascia intendere un post su X di un suo concittadino che lo conosce bene, il filosofo Paolo Becchi: “Grillo domani (oggi, ndr) impugna lo Statuto del 2022 e si mangia la banana”.
Il riferimento è alla banana attaccata a un muro dall’artista Maurizio Cattelan, comprata per 6,2 milioni di dollari dall’imprenditore cinese Justin Sun, che qualche giorno fa se l’è divorata. “Così entrerò nella storia dell’arte” ha sostenuto Sun. Ha voglia di eternità anche il Grillo che oggi insisterà molto sullo spirito originario del Movimento che fondò con Casaleggio senior. “Annuncerà scomode verità” assicura l’ex senatore Elio Lannutti. Ma tra gag e nostalgia dei 5Stelle che furono il fu comico ha un obiettivo, tenere Conte nei tribunali. Con la speranza di far annullare la votazione che lo rese capo e azzerare tutto, nel M5S. Per poi “metterne il simbolo in un museo”, come ha dichiarato giorni fa Enrico Maria Nadasi, commercialista e co-fondatore dell’associazione Movimento 5 Stelle del 2013.
Così ecco l’offensiva sullo statuto. L’avvocato Lorenzo Borrè, ex iscritto al M5S, legale di diversi attivisti e dissidenti, sostiene che il varco per contestarlo sia in una sentenza della Cassazione del febbraio 2024: “Quella decisione, che si riferiva a una votazione del 2016, ha stabilito che basta escludere ingiustamente un solo iscritto dalla votazione perché questa debba essere ripetuta”.
Vecchia tesi di Borrè, che riteneva invalida l’approvazione dello statuto per l’esclusione degli iscritti da meno di sei mesi al M5S (ma il tribunale di Napoli respinse con ordinanza il suo reclamo per conto di 4 attivisti). Ma non dovrebbe finire qui. “Immagino che Grillo attiverà i suoi legali per reimpossessarsi del simbolo del Movimento” sostiene il probiviro Danilo Toninelli a Radio Cusano Campus.
Però esiste una scrittura privata in cui il fondatore si impegnava a non contestare l’uso dello stemma all’associazione Movimento 5 Stelle del 2017 – presieduta da Conte – in cambio della manleva, ossia dell’esonero dalle conseguenze delle cause giudiziarie come capo del M5S. “Gli chiedevano cose incostituzionali, la scrittura verrà annullata” giura l’ex ministro. Anche Borrè sostiene che “sulla base di pronunciamenti della Corte di giustizia europea” il documento possa essere contestato. Ma ovviamente dai 5Stelle rispondono che no, quella carta non è contestabile. “E poi il simbolo appartiene all’associazione”. E lo statuto? “Grillo ha partecipato a tutte le riunioni per scriverlo, e dopo due anni da garante, che ne deve sorvegliare l’applicazione, si sveglia?” sibilano. Tanto più, aggiungono, che “il tribunale di Napoli mise in luce come l’esclusione degli iscritti da meno di sei mesi dal voto fu ininfluente sul risultato finale”.
Per questo, Conte ostenta indifferenza: “Non mi aspetto nulla dall’intervento di Grillo, ha chiesto che si rivoti e rivoteremo”. Però si scivola verso una guerra legale. Anche perché proprio Conte allude spesso al mancato rispetto da parte del fondatore del suo contratto da consulente sulla comunicazione, da 300 mila euro annui.
Giovedì invece partono le nuove votazioni sul garante, per concludersi domenica. Grillo ne dovrà parlare, magari invitando a disertare le urne, perché la partita si giocherà ancora sul quorum. Una sfida da fu leader ormai in minoranza, come conferma la pioggia di commenti acri sotto il suo post, dove in tanti scandiscono: “Voto Conte”. Imputandogli anche “la sindrome di Crono”, il dio che divorò i suoi figli. Scorie di uno scontro poco politico e molto personale. Su cui pesano vecchi rancori, banane e soprattutto soldi.
(da ilfattoquotidiano.it)
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