SOLDINI RECORD E IL TRICOLORE SFILA SUL TAMIGI
LO SKIPPER E IL SUO TEAM CHIUDONO LA ROTTA DEL TE’ HONG KONG-LONDRA IN 36 GIORNI, CINQUE IN MENO DEL PRECEDENTE PRIMATO
E’ record.
Giovanni Soldini con il trimarano Maserati Multi70 ha tagliato alle 13 20′ ora locale, un’ora in più in Italia, la linea d’arrivo della Rotta del tè, la lunga corsa tra Hong Kong e Londra, migliorando di 5 giorni il precedente record, che apparteneva dal 2008 al francese Lionel Lemonchois su Gitana 13.
Si è bevuto oltre 13 mila miglia in trentasei giorni (per i rotti, il conto più tardi), stando sempre davanti al cronometro.
Un abbraccio corale, tre fumogeni, così nel pozzetto di Maserati è stato festeggiato oggi il passaggio sotto il Queen Elizabeth Bridge, un ponte autostradale desolato alla periferia di Londra, all’estuario del Tamigi, tra chiatte e navi alla fonda.
Cielo grigio, vento, aria gelata come deve essere stata quella che ha tagliato i volti dei velisti lungo la risalita della Manica, tutta di bolina, col vento in prua.
Ora c’è un’altra risalita, quella del Tamigi. Maserati Multi70 deve tagliare anche il Tower Bridge, il ponte più scenografico della capitale inglese. Una sfilata, ancora a vela, con il tricolore a poppa.
Venti contrari, freddo pungente, mareggiate, temporali e la rottura di un timone: ma Giovanni Soldini arriva lo stesso al traguardo che si prefiggeva, aggiungendo un altro record al suo ricco carnet. Il navigatore italiano raggiunge il ponte di Queen Elizabeth sul Tamigi alle 13:20 ora di Londra, in attesa di rimettere piede a terra un po’ più tardi al molo di St Catherine Dock, sotto il Tower Bridge, nel cuore della capitale.
Completa così la Hong-Kong-Londra in 36 giorni, 2 ore, 38 minuti e 2 secondi, cinque giorni meno del primato precedente. E quello fu stabilito, nel 2008 da Lionel Lemonchois, su un maxi catamarano di 32 metri con dieci uomini di equipaggio: mentre il 52enne skipper milanese realizza l’impresa su una barca più piccola, il Maserati Multi 70, un trimarano di 21 metri, con quattro formidabili compagni di viaggio, un italiano, due spagnoli e un francese, più un meteorologo a terra in costante contatto con lui.
Una cartografia online ha permesso agli appassionati di seguire in diretta ogni momento della traversata. Anche su Facebook. L’arrivo è stato un tripudio di “mi piace” e cuoricini, con un urlo di gioia dell’equipaggio.
La corsa di questa Maserati dei flutti ha ripetuto la mitica rotta dei clipper che trasportavano il tè dalla Cina all’Inghilterra nella seconda metà del diciannovesimo secolo.
Le gare su questo tracciato cominciarono allora: celebre fu la Great Tea Race del 1866 che vide affrontarsi cinque tra i più moderni e veloci velieri dell’epoca, suscitando un grande seguito sui giornali e concludendosi con i tre primi concorrenti che risalirono il Tamigi insieme, attraccando ai dock Londra a poche ore di distanza l’uno dall’altro.
Ma allora ci vollero 99 giorni di navigazione: Soldini ha impiegato circa un terzo del tempo per il suo mezzo giro del mondo di 13 mila miglia marine, il terzo percorso marino riconosciuto più lungo dopo la circumnavigazione del pianeta e la New York-San Francisco
Tra Hong Kong e lo Stretto della Sonda, porta d’ingresso nell’Oceano Indiano tra Giava e Sumatra, la navigazione attraverso il mar di Cina del Sud e il mar di Giava somiglia a uno slalom tra isole coralline in una zona dove il traffico marittimo è intenso. Per di più, in questa prima parte del viaggio, si deve attraversare l’Equatore, quindi una zona con poco vento e di grande instabilità meteorologica.
Ed è solo l’inizio: poi bisogna affrontare alisei che possono trasformarsi in cicloni tropicali al largo del Madagascar, doppiare il leggendario Capo di Buona Speranza, punto più sud del continente africano, che separa l’Oceano Indiano dall’Oceano Atlantico, superato per primo da Vasco de Gama nel 1497, risalire l’Atlantico, passare a fianco delle Azzorre, inoltrarsi nel golfo di Biscaglia, infine nella Manica, fino all’ingresso nel Tamigi.
In certi punti, il nemico sono le correnti e il maltempo. In altri, le reti e il traffico navale.
“Per entrare nel Golfo di Biscaglia e aggirare la punta nord occidentale della Spagna, abbiamo dovuto effettuare sei virate, andando prima verso est per potere andare poi verso nord”, spiega Soldini in diretta dallo scafo. “E nella Manica la navigazione è molto impegnativa, c’è molto traffico e ci sono regole da rispettare, ma il morale a bordo è rimasto sempre alto”.
La tecnologia ha aiutato, ma i momenti difficili fanno capire che navigare da un punto all’altro della terra rimane rischioso e complicato oggi come nel “Giro del mondo in 80 giorni” di Verne.
Il navigatore italiano, fortunatamente, se ne intende. Uno dei campioni assoluti di questo sport, Giovanni Soldini fece la sua prima traversata dell’Atlantico a 16 anni, ha compiuto due giri del mondo in solitario, ha vinto ogni genere di sfida.
Gli mancava la Hong Kong-Londra e ora anche questa è fatta.
(da agenzie)
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