SOLO UNA CENSURA PER LA RUSSA DOPO IL “VAFFA” A FINI: “DECISIONE DA CODARDI”
D’ORA INNANZI QUALSIASI MINISTRO POTRA’ INSULTARE LE ISTITUZIONI E CAVARSELA CON UNA LETTERINA DI CENSURA… IL PARTITO DEGLI ACCATTONI FA PASSARE LA DECISIONE A MAGGIORANZA, INVECE CHE SOSPENDERE 15 GIORNI LA RUSSA DAL VOTO COME PARLAMENTARE: IN PASSATO QUESTA ERA STATA LA PENA SOLO PER UN SEMPLICE GESTO
L’Ufficio di presidenza della Camera ha approvato, a maggioranza, la proposta del
collegio dei questori di sanzionare il comportamento del ministro Ignazio La Russa, nel corso della bagarre in Aula la scorsa settimana, con una lettera di censura.
La lettera sarà inviata, per conoscenza, anche al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Un provvedimento che viene giudicato insufficiente da parte di molti esponenti dell’opposizione.
Mentre la maggioranza ha sostenuto la proposta dei deputati questori, il centrosinistra al voto si è spaccato: Silvana Mura di Idv ha votato contro, Rocco Buttiglione e Renzo Lusetti dell’Udc e Donato Lamorte di Fli si sono astenuti e Rosy Bindi e Giampaolo Bocci del Pd sono usciti dalla sala per non partecipare alla votazione: una scelta dettata dalla loro non condivisione della proposta dei questori e per venire incontro al presidente Fini che aveva chiesto massima coesione.
Per il capogruppo dell’Idv, Massimo Donadi, «la sanzione irrisoria comminata a La Russa è un vero e proprio atto di codardia da parte dell`ufficio di presidenza» che in qualche modo sancisce che «i ministri sono liberi di offendere le istituzioni».
«Il ministro La Russa avrebbe dovuto avere, come membro della Camera, oltre che del governo, l’interdizione almeno dalla partecipazione al voto sul provvedimento. Siamo peraltro in assenza di scuse…» ha invece commentato Rosy Bindi, esponente del Pd e vicepresidente della Camera.
Per la Bindi la censura è «troppo poco», «è una sanzione che è stata applicata per fatti molto meno gravi: ricordo – ha insistito – che il deputato Evangelisti (Idv) è stato sospeso per quindici giorni solo perchè aveva fatto dei gesti. Qui siamo in presenza di un ministro che ha offeso e provocato l’aula, ha offeso il capogruppo del principale partito di opposizione, ha offeso la presidenza…».
La Russa si era reso protagonista di un battibecco in aula con gli esponenti dell’opposizione e con il presidente della Camera, Gianfranco Fini, che lo aveva richiamato ad un comportamento più consono all’Aula, al quale aveva rivolto un gesto di stizza da più parti interpretato come un «vaffa» all’indirizzo del numero uno di Montecitorio.
La sfuriata del ministro era stata però criticata duramente dall’opposizione e molte perplessità erano state sollevate anche all’interno della maggioranza e del Pdl, partito di cui La Russa è uno dei coordinatori, in particolare dalla componente ex dc che fa capo a Claudio Scajola.
Oggi è stato deciso che insultare le istituzioni è permesso, al massimo si rischia una censura.
Un altro passo avanti verso le liberalizzazioni (dell’insulto), dopo quelle della macchina del fango.
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