SONDAGGI: FRANCIA AI BALLOTTAGGI, LA MARINE RISCHIA DI AFFONDARE
L’AVANZATA DEL FRONT NATIONAL POTREBBE RIDIMENSIONARSI, MOLTE REGIONI SONO IN BILICO
Preoccupazione e calcoli, sondaggi e dichiarazioni scioccanti.
E’ un clima molto teso quello che si respira in Francia alla vigilia del secondo turno del voto regionale francese in programma domani. Uno dei più incerti di sempre.
Il timore di una vittoria della destra del Front National resta molto forte, ma secondo i più recenti sondaggi il partito delle due Le Pen, dopo lo choc del primo turno, potrebbe essere ridimensionato dalla destra di Sarkozy, complice il ritirarsi dalla partita dei socialisti.
E forte di questi sondaggi, ieri su Le Figaro, l’ex presidente non sembrava avere dubbi: “Siamo l’unica alternativa credibile”, diceva Sarkozy mentre il premier Valls a sua volta alzava i toni dello scontro: con la vittoria del Front National la Francia entrerebbe a rischio guerra civile.
Ma i giochi, va detto, sono tutt’altro che fatti. Data l’incertezza dei sondaggi un fattore decisivo potrebbe rivelarsi l’astensione.
I sondaggi.
Al nord in Nord-Pas-de-Calais-Picardie, Marine Le Pen, sino a pochi giorni fa favorita raccoglierebbe solo il 47% battuta da Xavier Bertrand,53 %: decisivo il ritiro del candidato socialista Pierre de Saintignon.
Più incerto il risultato in Provence-Alpes-Cà’te d’Azur, dove secondo gli ultimi sondaggi il 51% sarebbe a favore del candidato ‘repubblicano’ Christian Estrosi contro il 49 % a sostegno di Marion Marèchal Le Pen.
Complicatissima la situazione in Normandia, dove Hervè Morin (destra) e Nicolas Mayer-Rossignol (socialisti) sono in perfetta parità (36%) e il Front National guidato da Nicolas Bay non strapperebbe oltre il 28%.
In Ile-de France è invece testa a testa tra Valèrie Pècresse (destra) e il socialista Claude Bartolone, ma un ultimo sondaggio vede la Pècresse in lieve vantaggio di due punti percentuali (42% contro 40%).
Più netto il quadro in Languedoc-Roussillon-Midi-Pyrènèes. Qui la candidata socialista Carole Delga è accreditata di 8 punti di vantaggio sullo sfidante del Front National (43% contro 35%) mentre nettamente staccato il candidato della destra Dominique Reyniè (22 %).
E se alla fine il Front national non strappasse neanche una regione?
L’astensionismo è stato elevato il 6 dicembre (ha votato il 50 per cento degli aventi diritto): se stavolta l’affluenza sarà maggiore, cosa voteranno i “nuovi” elettori?
Senza considerare, poi, che i francesi sono sempre meno ideologizzati e fedeli a un partito: insomma, estremamente volubili.
Dei tre schieramenti, alla fine, potrebbe essere proprio quello dei Repubblicani a ottenere le presidenze di più regioni, fra le 13 in ballo. Un po’ surreale visto che il partito sta attraversando, anche per le posizioni da assumere in questo secondo turno, forti frizioni interne.
Sarkozy, fin da domenica scorsa, ha rifiutato di ritirare le proprie liste nelle regioni dove queste si sono piazzate terze, per favorire il candidato socialista in funzione anti-Fn. Insomma, ha rigettato la possibilità di allinearsi su quanto fatto da socialisti, richiamandosi al motto: “Nè fronte repubblicano, nè Front national”.
All’interno del partito le critiche non sono mancate nei confronti di questa decisione, anche da parte di personaggi influenti come Jean-Pierre Raffarin e Nathalie Kosciusko-Morizet.
A quel punto Xavier Bertrand, il candidato che contende per i Repubblicani il Nord a Marine Le Pen, con una campagna ormai incentrata sulla difesa della democrazia (per convincere gli elettori della sinistra che non hanno più candidato), ha sottolineato che Sarkozy e gli altri leader nazionali del partito “dovrebbero stare zitti e basta”.
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