SONO 300.000 GLI SNIFFATORI ABITUALI DI COCA IN ITALIA, UN MILIONE QUELLI OCCASIONALI
UNA RICERCA DEL CNR RIVELA LA CRESCITA DELL’USO DI COCAINA: STABILI GLI ABITUALI, IN CRESCITA QUELLI OCCASIONALI… IN PREFERENZA SONO MASCHI, TRA I 35 E I 44 ANNI, DEL NORD… NON PREVALGONO PIU’ MANAGER E INDUSTRIALI, MA DISOCCUPATI ARTIGIANI, COMMERCIANTI E OPERAI… E TUTTI SI METTONO ALLA GUIDA
Un milione di persone sniffa cocaina almeno una volta l’anno, altre 300.000 invece lo fanno abitualmente.
La maggioranza usa anche altre sostanze stupefacenti e dopo l’assunzione si mettono alla guida dell’auto senza nessun scrupolo.
E’ quanto emerge da un’approfondita ricerca dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa e i dati sono estremamente allarmanti.
L’indagine si è svolta nel corso di vari anni e dimostra che il numero delle persone che ha provato lo stupefacente almeno una volta è aumentato in misura massiccia, mentre resta abbastanza costante quello di coloro che usano la cocaina più volte al mese.
Nel 2001 erano, infatti, 400.000 coloro che avevano fatto uso di cocaina almeno una volta l’anno, mentre nel 2008 la quota è salita a un milione di persone.
Resta invece stabile in tutte le indagini effettuate dal 2001 ad oggi, il numero di soggetti che ne assumono sistematicamente, circa 300-400.000.
Anche se la diffusione è in aumento tra i 15-35enni ( + 3,3%) l’incremento maggiore si evidenzia tra i 35-44enni: in questa fascia d’età coloro che hanno sperimentato la sostanza sono decuplicati, dallo 0,1% del 2001 all’1% nel 2008.
Diamo un’occhiata alle regioni dove la sostanza registra prevalenze di consumo maggiore: Lombardia al primo posto ( 3,4% dei residenti tra i 15 e i 64 anni), Lazio ( 3,2%), Piemonte (3%), Liguria ( 2,6%).
Riguardo al sesso, la ricerca segnala una netta predominanza maschile, il doppio rispetto alle donne: 1,1% uomini, 0,5% donne tra i consumatori frequenti, 3,4% maschi e 1,5% femmine tra i consumatori occasionali.
Interessante l’analisi per categorie professionali: classifica invertita rispetto al 2001, quando il primato nell’uso della polvere bianca spettava a manager e industriali.
Nel 2008 al primo posto la classifica pone i disoccupati (5%), seguono artigiani ( 3,9%), commercianti ( 3,2%), operai (3%), imprenditori e dirigenti ( 2,8%), impiegati (1,5%), chiudono casalinghe e pensionati ( sotto l’1%).
In questo contesto va sottolineato che mentre fino a un decennio fa la polvere bianca era considerata la “droga dei ricchi” e quindi era riservata a un certo circuito, il crollo dei prezzi e la sua diffusione capillare hanno fatto sì che sia ormai alla portata e nella facile disponibilità anche delle fasce economiche meno abbienti.
Non a caso prevale nella graduatoria la categoria dei disoccupati. Il che genera un ulteriore allarme sociale, in quanto va a colpire categorie già alle prese con problemi di disagio economico.
Un quadro che pone in evidenza la necessità di interventi mirati da parte delle strutture sanitarie al fine di non vedere crescere in modo esponenziale un fenomeno allarmante come le diffusioni d isostanze stupefacenti in una società sempre più senza punti di riferimento ( e con consumatori di cocaina in Parlamento).
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