VOTO CATTOLICO: PREVALE L’ASTENSIONE E IL PDL IN 4 MESI PERDE 9 PUNTI CHE VANNO ALL’UDC
DALLA RICERCA “I CATTOLICI DOPO LE ELEZIONI DEL 2009” EMERGE SIA IL DISIMPEGNO DAL VOTO CHE UN RIPOSIZIONAMENTO AL CENTRO… IL PD E’ GIUDICATO TROPPO LAICO, MA SUL PDL PESANO GLI SCANDALI DEL PREMIER
Secondo il sondaggio dell’Ipsos di Nando Pagnoncelli “l’elettorato cattolico è in piena fase di smarrimento e disorientamento e sta confluendo nella zona grigia dell’astensionismo”.
Se alle politiche del 2008 era rimasto a casa il 24,5% dei cattolici praticanti, alle europee del 2009 gli astenuti sono diventati ben il 39,1%, con un segno + 14,6%.
Al netto delle debite distinzioni fra le due diverse consultazioni, rimane un dato rilevante comunque.
Ma emerge altro dalla ricerca “I cattolici dopo le elezioni del 2009”.
Se si fa un confronto tra Politiche 2008 ed Europee 2009, chi è stato più penalizzato dal voto cattolico è stato senza dubbio il Pd (-3,9%), compensato parzialmente dalla crescita dell’Idv (+ 2,6%). Stabili più o meno gli altri.
Per quanto concerne il Pdl, se nel raffronto tra le due votazioni lo scarto negativo è impercettibile (-0,1%), è invece consistente, secondo i rilievi mensili Ipsos, il calo rilevante registrato negli ultimi 4 mesi dal centrodestra.
Da aprile a luglio, la coalizione da gennaio 2006 stabilmente preferita al centrosinistra da parte dei cattolici, con picchi oltre il 50%, è scivolato di ben 9 punti, arrivando al 41,2%.
A beneficiarne però non è il Centrosinistra che solo nell’ultimo mese ha avuto un incremento del 2%, ma l’area del non voto che è passa dal 25% di aprile al 37% di luglio.
Si apre a destra quindi un vuoto di una parte del mondo cattolico, determinata dalla coincidenza del caso escort e del comportamento privato del premier.
I dati si rifanno a un periodo precedente al caso “Biffo-Avvenire”, quindi se ne può dedurre che l’allontanamento si sia ultimamente accentuato ancora.
Per quanto riguarda l’ipotesi di un “Grande Centro”, il 77% dei cattolici risponde che una “forza cattolica organizzata non serve”, al fine di “non confondere religione e politica”, ma un 20% auspica un nuovo partito di centro.
Sono in forte crescita i cattolici che pensano sia l’Udc il partito che rappresenta più di altri i loro valori, anche non votandolo: sono passati dal 35% al 44%.
In calo quelli che credono sia il Pdl ( scesi dal 28% al 22%), in leggero aumento il Pd ( dall’8% al 10%), irrilevante la Lega ( ferma all’1%).
Quanto al recente calo della simpatia verso il Centrodestra, gli scandali non hanno un’incidenza per il 58% degli intervistati, lo sono per 15%, altri non si esprimono.
Ma se si guarda al calo complessivo delle simpatie verso il Centrodestra e all’aumento verso il partito di Casini, appare chiaro che i cattolici non condividono soprattutto la politica sociale e quella sull’immigrazione del governo.
Fermo restando che, a differenza di chi nel centrodestra cerca di assolvere il premier sulla base del concetto “ognuno nel provato può fare quello che gli pare”, l’elettore cattolico crede che un premier debba avere anche un comportamento etico adeguato, visto che rappresenta il Paese.
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