STAFFETTA DI MAIO – DI BATTISTA: IL PRIMO RESTA CAPO POLITICO MA NON CANDIDATO PREMIER, IL SECONDO SARA’ FRONTMAN DELLA CAMPAGNA ELETTORALE
SALTA LE REGOLA DEI DUE MANDATI… I VERTICI STOPPANO LE PRESSIONI DELLA BASE PARLAMENTARE PER UN ACCORDO CON IL PD
C’è già chi lo chiama, tra i 5Stelle, il “patto della staffetta”. O comunque è l’inizio di una nuova coabitazione elettorale nella quale i ruoli potrebbero invertirsi.
Alessandro Di Battista frontman e Luigi Di Maio regista mantenendo l’incarico del capo politico ma non sarà lui, con ogni probabilità , il candidato premier.
Nelle ore più difficili, quando ormai nelle stanze di Palazzo Chigi è chiaro che Matteo Salvini ha deciso di aprire la crisi di governo, Di Maio ieri verso l’ora di pranzo ha lasciato la sede del governo.
E – come apprende l’Huffpost – lontano dai riflettori ha incontrato Alessandro Di Battista. Dopo mesi di gelo, tra i due sarebbe tornata la pace.
In fondo ormai si è aperta una partita tutta nuova. La situazione è precipitata, il Movimento 5 Stelle è senza bussola, l’intera classe dirigente rischia di essere azzerata a causa del limite dei due mandati, il capo politico è finito sottoaccusa e cerca un modo per ripartire. “Faremo campagna elettorale insieme”, è l’accordo tra i due.
Tra i pentastellati le voci di una candidatura di Di Battista a premier già si rincorrono, c’è anche chi vedrebbe bene il premier Giuseppe Conte ma l’avvocato non garantirebbe quel profilo iper combat e identitario che i 5Stelle vogliono rispolverare in campagna elettorale riappropriandosi di quel movimentismo che è stato offuscato o in parte tradito nella fase del governo uscente con le evidenti ricadute negative sui sondaggi pentastellati.
Come è ovvio fonti M5s precisano che ancora l’argomento del candidato premier non è sul tavolo ma, se è vero che a fine ottobre si andrà il voto, il tempo a disposizione non è molto e dunque è inevitabile che i ragionamenti sul dopo crisi siano stati già avviati. Non solo.
A questo proposito anche la regola del limite dei due mandati subirebbe una modifica. Era il 19 giugno quando Di Battista diceva: “Se dovesse cadere il governo proporrei di non considerare questa legislatura come mandato”. Davide Casaleggio ha risposto: “Ci pensiamo”. Ecco fatto
Attorno però c’è il panico perchè anche con la modifica del limite dei due mandati molti parlamentari M5s saranno che difficilmente, considerati i sondaggi, potrebbero tornare in Parlamento. Ed è anche per questo che in queste ore confuse, tra alcuni pentastellati, cresce la voglia del ribaltone.
Ovvero l’idea di un governo di transizione, targato M5s- Pd, che scriva solo la legge di bilancio. Ma come si sa, se un governo parte, non è detto che abbia una data di scadenza. “Non possiamo consegnare il Paese alla Lega, meglio un accordo con il Pd”, sostiene più di qualcuno. E pur allungare la vita di questa legislatura qualcuno ipotizza un governo di scopo, sempre con i dem, per attuare alcune riforme.
Il capo politico però blocca in partenza questa eventualità e l’incontro con Di Battista ne è la prova. In fondo sono loro che hanno definito il Pd, il Partito di Bibbiano, dal nome della città , il cui sindaco era un ex dem e dove è scoppiato il caso degli affidamenti illeciti. Di Battista sta anche scrivendo un libro su questo tema.
Quindi i vertici grillini sono entrati già in modalità campagna elettorale. I 5Stelle chiederanno la calendarizzazione del legge sul taglio dei parlamentari ma con ogni probabilità sarà respinta.
Da quel momento i pentastellati saranno in piazza con Di Battista in prima linea.
(da “Huffingtonpost”)
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