TERREMERSE, ERRANI CONDANNATO A UN ANNO IN APPELLO: “MI DIMETTO”
NESSUNA INTERDIZIONE DAI PUBBLICI UFFICI, IN PRIMO GRADO ERA STATO ASSOLTO DALL’ACCUSA DI FALSO IDEOLOGICO NELL’INCHIESTA SUL FINANZIAMENTO REGIONALE ALLA COOPERATIVA DEL FRATELLO… ORA DECIDERA’ LA CASSAZIONE, MA LUI LASCIA PER COERENZA
Il governatore Vasco Errani si dimette dopo la sentenza di appello Terremerse che lo vede condannato a un anno con la condizionale per falso ideologico.
Un anno a lui, un anno e due mesi con la condizionale per i due funzionari della Regione Valtiero Mazzotti e Filomena Terzini.
L’avvocato Alessandro Gamberini, difensore del governatore commenta a caldo: “Sentenza sconcertante”, e annuncia il ricorso in Cassazione.
Il giudizio è arrivato in rito abbreviato. Non è prevista alcuna interdizione dai pubblici uffici.
La sua dichiarazione: “Davanti a tutto l’onore della Regione”. E’ un momento di amarezza. Ma per prima cosa non parlo di me. Parlo della Regione, perchè il mio compito è tutelare l’istituzione, il suo onore, la realtà pulita e di esempio a tanti che è questa Emilia-Romagna. Ho sempre messo l’istituzione davanti ad ogni altra considerazione – a me stesso – e non cambio ora. Non si faccia nessuna confusione: quanto subisco io personalmente non diventi fango per l’istituzione. Per questo intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza. Dunque annuncio subito che presenterò ricorso affinchè prevalga questa semplice verità . Le mie dimissioni sono dunque puramente un gesto di responsabilità . Ad esse unisco il ringraziamento a collaboratori, istituzioni, organi dello Stato, forze sociali ed economiche, perchè con tutti c’è stata una collaborazione significativa e costruttiva. A tutti, ancora grazie ed un augurio di buon lavoro”.
Secondo la Procura Errani aveva istigato i due funzionari della Regione a commettere il falso. Per i due pena più alta perchè è stato considerato anche il favoreggiamento, che è decaduto nel caso di Vasco Errani perchè rivolto nei confronti del fratello Giovanni. Appena conosciuta la sentenza il difensore ha telefonato al governatore: “Le comunicazioni che farà le ascolterete direttamente da lui”.
Il processo Terremerse.
La Procura aveva chiesto due anni. Errani, già¡ assolto in primo grado nel novembre 2012, era accusato di falso ideologico nell’ambito dell’inchiesta portata avanti dal procuratore Roberto Alfonso e dal pm Antonella Scandellari sulla coop Terremerse. Una inchiesta in cui è a processo per truffa il fratello Giovanni, che della coop era stato presidente.
La vicenda nacque con l’accusa rivolta dal Giornale a Errani di aver favorito la coop del fratello, he aveva chiesto un finanziamento di un milione di euro alla Regione per la creazione di una cantina a Imola, cantina che però non era stata finita entro il termine indicato dal bando.
In risposta alle accuse, Errani decise di inviare in procura una lettera di presentazione di una relazione fatta fare ai suoi uffici in cui veniva affermato che tutta la procedura era stata regolare.
Ma quando le indagini della Finanza appurarono che invece ciò non era vero, al termine dell’inchiesta per truffa contro Giovanni Errani, funzionari regionali e tecnici, la procura ha pensato di indagare anche il presidente Errani, nell’ipotesi che avesse voluto depistare le indagini inducendo i funzionari Valtiero Mazzotti e Filomena Terzini a raccontare il falso.
La difesa ha invece sostenuto che quella lettera di Errani, oltre a non voler mettere fuori pista nessuno, è stata proprio un esposto che ha permesso di iniziare le indagini.
“Ricorso in Cassazione”.
“Verranno lette le motivazioni; è giusto attenderle per capire come ha ragionato la Corte. Rimango del parere che avevo espresso in primo grado: Vasco Errani è innocente in questa vicenda, non c’era niente che provasse alcuna forma di istigazione a fare il falso”, è il commento del difensore di Errani, Gamberini. Quindi “ricorreremo in Cassazione e faremo in modo che venga dimostrata questa innocenza come era stata peraltro dimostrata in primo grado”.
(da “La Repubblica”)
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