“TRADITI DAL M5S”: A VENEZIA SI MOBILITA IL POPOLO DEL NO
MANIFESTAZIONE NEL FINE SETTIMANA DI NO TAV, NO TAP, NO MUOS E NO GRANDI NAVI
La pazienza ha un limite. Ed evidentemente quel limite è considerato raggiunto per i No Tav, i No Tap, No Muos, No alle Grandi Navi e tante altre realtà ambientaliste che si erano avvicinate al Movimento cinque stelle in questi ultimi anni e che adesso ne sono “deluse”.
Domani a Venezia queste e altre associazioni si riuniscono in un’assemblea indetta dal ‘Comitato No Grandi Navi’, che da anni si batte contro il passaggio dele navi di crociera in laguna.
Obiettivo della mobilitazione: denunciare ufficialmente il “tradimento della componente grillina” del governo sulle grandi opere.
Domenica pomeriggio manifesteranno in barca nel canale della Giudecca per “disturbare il passaggio delle grandi navi”, dichiarano sul loro sito di riferimento globalproject.info.
“Il balbettio sul Tav del nostro Ministro delle infrastrutture secondo cui l’opera andrebbe ora ‘migliorata’ e non più cancellata, la visita in Azerbaijan di Mattarella e Moavero Milanesi per ‘blindare’ il TAP, le recenti dichiarazioni dello stesso Toninelli sulla necessità di mantenere le grandi navi in laguna dimostrano che, in merito a grandi opere e giustizia ambientale, il governo del cambiamento è in realtà il governo della continuità “, scrivono nel comunicato che annuncia la mobilitazione di questo weekend.
Più della Lega, sul banco degli imputati c’è il Movimento Cinque stelle che ha “politicamente lucrato, in campagna elettorale, sulla contrarietà di tante e tanti nei confronti di un modello di sviluppo che calpesta i territori, rapace e generatore di malaffare”. Insomma, una speranza politica si è spenta.
Domani si parlerà anche del crollo del ponte Morandi a Genova: “Dobbiamo continuare ad insistere: prima di grandi investimenti infrastrutturali, un serio lavoro di messa in sicurezza dei territori è necessario”. Con la consapevolezza che “in questa battaglia non ci sono governi amici”.
Si tratta di reti di movimenti sociali che avevano creduto nel M5s, alcune di queste realtà sono state anche un po’ molla propulsiva del Movimento ai suoi albori, sulle tematiche ambientaliste.
E ora invece, a quattro mesi dalla nascita del governo gialloverde, tirano le somme: “Se ci cimentassimo in un’analisi costi/benefici dell’azione di governo svolta sinora, diremmo che i benefici sono andati tutti a Salvini, a noi rimangono i costi, non solo in termini di sfacelo ambientale, ma anche in termini di clima sociale che si respira nel paese”.
Se si eccettuano i sit-in di gruppi di lavoratori licenziati davanti al ministero del Lavoro, che pure non sono mancati in questi primi mesi di ‘era gialloverde’, quella di Venezia è la prima mobilitazione nazionale anti-governativa da quando Giuseppe Conte è a Palazzo Chigi con i suoi vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Tra le atre adesioni, anche quella di ‘Piano Taranto’, rete di varie realtà ambientaliste tarantine (Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, FLMUniti-CUB, Giustizia per Taranto, Tamburi Combattenti, Taranto Respira, Tutta Mia La Città ) che speravano nella cura a cinquestelle sull’Ilva e che invece sono rimaste profondamente deluse da come Di Maio ha chiuso la vertenza.
(da agenzie)
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