“TRANS SPUTANO SANGUE INFETTO SULLE FORZE DELL’ORDINE”
IL DELIRIO DEL CONSIGLIERE COMUNALE DELLA LEGA… DAL CENTROSINISTRA REPLICANO: “FAI SCHIFO, VERGOGNATI”
La seduta del Consiglio comunale di Milano, lunedì 4 marzo, ha scatenato un’ondata di polemiche in seguito all’intervento del consigliere della Lega Samuele Piscina. “In via Mosso – ha detto Piscina in aula – c’erano transessuali che sputavano sangue infetto alle forze dell’ordine”. Parole che hanno fatto scattare la reazione del Pd: “Fai schifo, vergognati”, ha detto il consigliere dem Michele Albiani rivolto a Piscina.
Il consigliere della Lega, che è anche segretario provinciale del partito, stava commentando i fatti avvenuti il giorno prima nella zona di via Padova quando si sono verificati tafferugli tra manifestanti dei centri sociali e polizia: i primi hanno infatti protestato per una fiaccolata sulla sicurezza promossa dalla Lega nella zona e per la presentazione del libro dell’eurodeputata del Carroccio Silvia Sardone.
Durante la seduta un consigliere di centrosinistra aveva definito via Padova “un modello di integrazione” ma Samuele Piscina non era d’accordo ed è intervenuto per replicare. “Considerare via Padova un modello di integrazione é un’aberrante mistificazione della realtà. In via Mosso un’amministrazione a guida Lega e centrodestra ha voluto una cancellata che abbiamo dovuto imporre – ha spiegato Piscina -, perché c’erano transessuali che sputavano sangue infetto alle forze dell’ordine. Questo era quello che succedeva. C’erano spaccio e prostituzione”.
Le reazioni
Le parole del consigliere leghista hanno scatenato l’ira del consigliere del Pd e attivista Lgbtq+, Michele Albiani, che ha urlato in aula, “Fai schifo, vergognati”, chiedendo subito le scuse del consigliere leghista. “Piscina deve chiedere immediatamente scusa pubblicamente nella prossima seduta del Consiglio – ha commentato Albiani – Non è accettabile un linguaggio del genere”.
Ancora una volta un attacco deliberato alla comunità transgender nelle aule istituzionali. Ancora, un linguaggio ignorante e deumanizzante nei confronti di soggettività già marginalizzate, sfruttate come feticci per individuare un facile capro espiatorio.
(da agenzie)
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