TRASFERIMENTO D’UFFICIO PER CHI APPLICA LA LEGGE, IMPUNITA’ PER IL CONDANNATO: IL DECRETO VERGOGNA PASSA IN COMMISSIONE CON I VOTI DI PDL, LEGA E SCELTA CIVICA
PREVEDE SANZIONI DISCIPLINARI PER LE TOGHE “COLPEVOLI” DI COMPORTAMENTI E DICHIARAZIONI NON IMPARZIALI: E CHI DECIDE QUALI SAREBBERO? GLI AMICI DEL PREGIUDICATO?
Primo sì della commissione Giustizia del Senato al ddl Palma che prevede nuove “disposizioni in materia di responsabilità disciplinare dei magistrati e di trasferimenti d’ufficio”.
Una proposta che già al momento della presentazione aveva provocato molte proteste.
E contro cui si schierano M5S e Pd.
Oltre alla reazione immediata dell’Anm che parla, per voce del suo presidente Sabelli, di “grave limitazione della libertà di espressione dei magistrati” e rischio di “condizionamento” delle toghe per la “genericità ” delle sue previsioni.
Il disegno di legge proposto dall’ex ministro configura un possibile procedimento disciplinare per i magistrati che con dichiarazioni o comportamenti fanno trasparire “mancanza di imparzialità e d’indipendenza di giudizio”.
Illecito viene considerato – all’art. 1 – “ogni altro comportamento idoneo a compromettere gravemente l’indipendenza, la terzietà e l’imparzialità del magistrato, anche sotto il profilo dell’apparenza, nel contesto sociale o nell’ufficio giudiziario in cui il magistrato esercita le proprie funzioni”.
Inoltre, tutti i procedimenti pendenti alla data di entrata in vigore della legge “sono rimessi al Ministro della Giustizia e al Procuratore generale della Cassazione per le proprie determinazioni in ordine all’eventuale esercizio dell’azione disciplinare e restano, conseguentemente, sospesi per sei mesi”.
Si prevede anche che il magistrato possa essere trasferito d’ufficio nel caso in cui, “per qualsiasi situazione non riconducibile ad un comportamento volontario del magistrato”, non possa, nella sede occupata, svolgere le proprie funzioni “con piena indipendenza e imparzialità “.
Pd e M5S battuti.
A votare sì al ddl sono stati Pdl, Lega, Gal, Scelta Civica-Udc. Contrari invece M5S e Pd. Nove a nove il risultato finale, ma il pareggio, come da regolamento, non è bastato per far passare l’emendamento abrogativo.
Hanno pesato alcune assenze.
Il ddl, infatti, è stato approvato, mentre era in corso l’Ufficio di presidenza della giunta delle elezioni dell’immunità del Senato di cui fanno parte anche alcuni esponenti della Commissione Giustizia del Pd, tra cui lo stesso Felice Casson, relatore del provvedimento.
“Una nuova legge vergogna – commenta il grillino Enrico Cappelletti – contro la magistratura passa in Commissione Giustizia al Senato con il voto di Pdl-Lega-Gal-Scelta Civica. Ma in aula sarà battaglia totale e la affosseremo”.
Critico anche Danilo Leva, responsabile giustizia del Pd. “Il disegno di legge lede la libertà di espressione dei magistrati, dal momento che la formulazione del testo è troppo generica nell’indicare i comportamenti punibili”.
Oltre al problema della discrezionalità , Leva sottolinea come: “Sul piano politico, il tempismo e i comportamenti resi punibili dalla norma, rendono forte il sospetto che si tratti di una vera e propria rappresaglia nei confronti della magistratura per aver fatto il suo dovere”.
In molti hanno già ribattezzato la norma “anti-Esposito”: se fosse stata in vigore il giudice del processo Mediaset sarebbe stato oggetto di un procedimento disciplinare per la sua intervista al Mattino.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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