TRATTORI IN CENTINAIA VERSO ROMA MA È LITE SULL’APERTURA ALL’ESTREMA DESTRA
DI TUTTO, DI PIU”: UN CARAVANSERRAGLIO TRA DIVISIONI E LITI
Le schiere degli agricoltori traditi del Cra, quelli esclusi dalle trattative tra il governo e la fazione antagonista di Riscatto agricolo, continuano a rinfoltirsi di trattori. La pioggia battente complica gli arrivi, ma non diluisce la rabbia. E così in centinaia continuano ad attraversare l’Italia per unirsi ai sei presidi disposti intorno a Roma, in attesa della manifestazione di giovedì che dovrebbe far confluire migliaia di persone al Circo Massimo.
Il leader del movimento, Danilo Calvani, ribadisce che i partecipanti saranno almeno ventimila: «Non solo addetti ai lavori. L’opinione pubblica è dalla nostra parte — garantisce — e le persone mi contattano per sapere come possono unirsi alla protesta». I grandi assenti, invece, saranno proprio i 300 trattori di Riscatto agricolo.
Nonostante le accuse reciproche di vicinanza a questo o a quell’altro partito politico, negli scorsi giorni le parti avevano tentato un dialogo. Ma superate, o meglio sedate, le divisioni ai vertici del movimento, la linea comune raggiunta ieri da Riscatto agricolo è quella di non abbandonare l’accampamento sulla Nomentana.
Non solo perché la promessa di un tavolo tecnico fatta dal ministro Francesco Lollobrigida potrebbe vacillare con l’adesione a una protesta che, tra gli slogan, chiede anche le dimissioni del capo dell’Agricoltura. Ma anche per la presenza di frange estremiste in piazza.
«Temiamo infiltrazioni, che rovinerebbero il nostro messaggio e creerebbero confusioni », dice Salvatore Fais, una delle tante teste del movimento della nuova generazione. Nonostante i proclami di Calvani — «Niente violenti, partiti e sindacati» — a qualche ora dalla notizia della manifestazione, l’ex leader di Forza nuova Giuliano Castellino, adesso a capo di Ancora Italia, aveva annunciato la propria partecipazione.
Una presenza che il capo del Cra cerca di sminuire: «Non posso impedirgli di partecipare, ma lo terranno d’occhio le forze dell’ordine ». Una parte del suo direttivo, però, ha già rassegnato le dimissioni, contestando l’assenza di una chiusura esplicita all’ex di Fn.
Problema non nuovo a Calvani, che già in altre occasioni si era ritrovato a dividere le piazze con esponenti di estrema destra.
Il Cra, nato quasi vent’anni fa tra le campagne dell’Agro Pontino, aspira adesso a raccogliere le insoddisfazioni dei contadini di tutto il territorio nazionale con una serie di dettami populisti: «Contro i vertici dei sindacati, contro un ministro senza competenze in agricoltura». Il coordinatore siciliano, Lorenzo Giocondo, è arrivato ieri a Roma per una riunione tra i rappresentanti regionali del movimento, per coordinarsi in vista della mobilitazione di giovedì.
«Al momento ci sono tremila trattori che si muovono per la Sicilia: non vorrei doverli portare tutti nella Capitale — avverte — Ma se necessario siamo disposti a stare qui anche un mese». La richiesta è di «annullare gli accordi sulle importazioni con i Paesi esteri o far rispettare loro le indicazioni europee sui controlli, altrimenti è concorrenza sleale. Gli agricoltori sono arrabbiati — fa sapere Calvani — devo cercare di trattenerli, ma non so per quanto ancora riuscirò a farlo».
(da agenzie)
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