TREMILA IN CORTEO A BOLOGNA CON GLI ATTIVISTI DELLA FLOTILLA: “VIGILARE PERCHE’ SIA UNA PACE GIUSTA, MAI PIU’ GENOCIDIO”
“NON BASTA UNA FIRMA PER DIMENTICARE, IL POPOLO PALESTINESE DEVE AVERE DIRITTO ALL’AUTODETERMINAZIONE”
In corteo per Gaza nei giorni della tregua. Per chiedere una “pace giusta”, per gridare: “Mai più genocidio”. In tremila sfilano da piazza dei Martiri sino in via Rizzoli. Dietro lo striscione che apre il corteo c’è Yassine Lafram, presidente dell’Unione delle comunità islamiche. E ci sono le attiviste bolognesi Sara Masi e Irene Soldati, imbarcate sulla Flotilla come Lafram, con la portavoce italiana Maria Elena Delia Delia.
“Siamo qui perché non basta una firma per dimenticare – dice Lafram – Siamo ovviamente felici che con l’accordo non cadano più le bombe, ma questo non risolve la questione di un popolo che viene massacrato dal 1948”.
In corteo anche il segretario della Cgil Michele Bulgarelli e altri rappresentanti sindacali come Federico Serra dell’Unione sindacale di base. Tra i partecipanti c’è l’attivista per i diritti umani e ex studente dell’Alma Mater Patrick Zaki. In corteo la vicesindaca Emily Clancy, l’assessore Michele Campaniello e il segretario provinciale del Pd Enrico Di Stasi.
Il corteo si è fermato sotto le Due Torri. Al centro di via Rizzoli
gli organizzatori hanno allestito un piccolo palco per i discorsi. Alla fine la manifestazione ha riempito tutta la via con migliaia di persone. Presente tra gli altri anche la vicesindaca Emily Clancy.
“Festeggeremo quando il popolo palestinese sarà libero”
“Potremo accettare di poter festeggiare quando il popolo palestinese sarà libero, non ci sarà più un’occupazione illegale e potrà autodeterminarsi” e i palestinesi “potranno scegliere loro che tipo di condizioni vivere nella loro terra”. Sono le parole di Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla.
“È stata un’esperienza molto intensa, settimane tra mare e sostegno da terra. Ci sono ancora tante cose da elaborare, ma è stata un’esperienza molto forte” racconta Irene Soldati. Parlando dell’impatto internazionale dell’iniziativa, Soldati ha spiegato: “Il pressing su Netanyahu è arrivato da tutte le parti. Noi, con il nostro gesto, abbiamo messo a disposizione le nostre capacità di attivismo e di navigazione per provare a rompere l’assedio. Anche le mobilitazioni da terra, che ci hanno soffiato il vento nelle vele, hanno contribuito a creare questo moto di solidarietà”. “C’era grande entusiasmo da parte di tutto l’equipaggio internazionale – ha aggiunto – persone dalla Malesia all’Uruguay gridavano ‘grazie Italia’, e io mi unisco a questo ringraziamento per il sostegno che abbiamo ricevuto”.
Sulla decisione di non essere rimpatriata immediatamente dopo
l’arresto da parte delle forze armate israeliane ma di attendere il processo, Soldati ha spiegato: “Non avevo mai incontrato un avvocato, e non volevo firmare nulla senza comprenderne il valore legale. Per questo ho scelto di restare due giorni in più: la mia famiglia ha poi pagato il biglietto per il rientro in Italia”. “Siamo sicuramente privilegiati” come italiani perché “il trattamento che abbiamo subìto non è nulla rispetto a quello riservato ai palestinesi”.
Lafram: “L’onda popolare va custodita”
“Questa onda popolare nata dal basso, di cui Bologna e l’Italia sono stati tra i protagonisti, questo patrimonio morale va custodito finché il popolo palestinese non avrà acquistato la sua piena autodeterminazione”. È L’auspicio di Yassine Lafram.
“Abbiamo rispetto per ogni vetrina, muro e cassonetto – dice – abbiamo rispetto per la nostra città. L’amore per il popolo palestinese non deve mai trasformarsi in odio verso le città”.
Lafram esorta: “Continuiamo a rimanere attenti e vigili a quello che accade in Palestina”. Grazie alla Flotilla, rivendica poi il presidente Ucoii, “siamo riusciti a fare quello che i governi internazionali non sono riusciti a fare perché hanno scelto inerzia, silenzio o addirittura complicità. Nessuno di noi avrebbe mai rischiato la propria vita su quelle barche se i governi avessero agito”. Con la Flotilla, insiste lafram, “abbiamo compiuto un atto di dignità collettiva e lo abbiamo fatto anche per tutti voi. Anche voi eravate a bordo con noi e ve ne siamo
grati”.
(da La Repubblica)
Leave a Reply