TURISMO, I PREZZI FOLLI HANNO SVUOTATO IL SALENTO: FRISE GOURMET A 17 EURO E PARCHEGGI A 5 EURO L’ORA
LIDI INACCESSIBILI, UNA FAMIGLIA MEDIA IN UNA SETTIMANA DEVE SPENDERE 800 EURO A TESTA SOLO PER MANGIARE… BASTA PRENDERE PER IL CULO I TURISTI, OGNUNO HA QUELLO CHE SI MERITA
Si è turisti anche senza essere in vacanza, in Salento. Che un po’ si svuota e un po’ tira
la cinghia, com’è costretto a fare chi ci abita tutti i giorni.
È l’effetto della corsa ai rincari che, nell’estate 2025, sospinta dall’onda lunga del turismo di massa, sta interessando il sud della Puglia. Dove pure una semplice frisella condita può arrivare a costare 8 euro. Mettici anche due fette di melanzana, del tonno, mozzarella e pomodori e il prezzo può raddoppiare: al lido Malibù di Torre San Giovanni una frisa gourmet tocca i 17 euro. E non è un caso isolato. In altri stabilimenti balneari della zona, una puccia ben farcita può superare i 14.
Anche lo street food – da sempre alleato delle tasche più oculate – subisce rincari consistenti nelle sagre estive: un bicchiere di vino e un cartoccio di patatine possono costare 5 euro l’uno. Per molte famiglie, una cena “informale” raggiunge facilmente i 30 euro a testa.
Una spesa che, moltiplicata per una settimana, supera i 200 euro. Nemmeno la pizza, un tempo rifugio di chi a caccia di un pasto economico, è risparmiata dagli aumenti: in molti locali si registrano rincari di 1 o 2 euro rispetto all’estate 2024. A Castrignano del capo, nella pizzeria “Antiche delizie”, una margherita è passata da 6,50 a 7,50 euro. E c’è chi si lamenta. “Vengo qui da anni – racconta Davide Martella, di Brindisi – ma mai avevo visto la pizza semplice costare quasi quanto una bistecca. È diventato tutto sproporzionato”. Persino l’acqua frizzante da 75 cl, in alcuni ristoranti, supera i 3 euro.
L’aperitivo al tramonto, rito estivo per eccellenza, sta diventando un lusso. I cocktail, spesso serviti in location curate e accompagnati da musica selezionata, costano tra i 10 e i 14 euro, a seconda della zona o del prestigio del locale. Al pub Maestrale di Otranto, sul lungomare, quello tra i più richiesti – un gin tonic al rosmarino – è venduto a 13 euro.
“Non possiamo permettercelo ogni sera, ma due volte in una settimana ci siamo concesse questo sfizio”, dice una turista di 27 anni, in vacanza con le amiche da Bari.
Anche la giornata al mare incide pesantemente sul bilancio delle vacanze. In alcune strutture i prezzi per ombrellone e due lettini vanno oltre ogni previsione: al Togo Bay, ad agosto, si sfiorano i 100 euro. All’Eco Resort di Gallipoli si parte da 80 euro al giorno.
Per qualcuno c’è chi se la cerca: “Ovviamente se si scelgono posti di lusso – dice Ivana Demonte, residente a Lecce – uno deve essere consapevole che non puoi pretendere di pagare lo stesso prezzo di altri ristoranti o stabilimenti. Ma poi il mare è bello ovunque e ci si rilassa lo stesso anche senza spendere troppo”.
Ma in generale con meno di 40 cavarsela diventa difficile, specie nei fine settimane, quando le tariffe schizzano anche di 20 euro, come nel caso del Conchiglia azzurra, a Torre Lapillo. Fino allo scorso anno bastava cambiare versante: dall’Adriatico allo Ionio, quest’ultima a lungo zona franca al riparo dai rincari. “Dalla primavera del 2025 – spiega Maurizio Rampino, di Udicon (Unione a difesa dei consumatori) Lecce – la situazione si è abbastanza uniformata. I prezzi nei lidi sulla costa ionica sono
lievitati fino a 10 euro in più, spiazzando tanti frequentatori abituali”.
Ma la spesa non si ferma sotto l’ombrellone: i parcheggi rappresentano una delle principali criticità segnalate da residenti e turisti. A Torre Lapillo, Porto Cesareo e Gallipoli trovare un posto libero è spesso una sfida. Non mancano i parcheggi “improvvisati”, con tariffe che possono arrivare a 5 o 6 euro l’ora nei pressi dei lidi più frequentati. E se di giorno il problema è il costo, la sera emerge quello dell’accessibilità.
A Melendugno, durante la tradizionale “Sagra te lu Purpu”, alcune strade pubbliche sono state transennate per istituire aree di parcheggio a pagamento obbligatorio. Sui social il malumore è esploso: “Siamo alla frutta” e “È assurdo far pagare anche per accedere a una sagra di paese” sono solo alcune delle frasi circolate nei gruppi locali. Molti turisti scelgono ormai strategie alternative: sveglia all’alba per raggiungere le spiagge libere, arrivo prima delle 8 e ripartenza entro le 10, per evitare parcheggi a pagamento e affollamenti. Altri preferiscono mete meno battute o si rifugiano nell’entroterra, dove i costi sono più contenuti e l’esperienza resta autentica.
Capitolo vita notturna. Qui i prezzi si sono mantenuti tutto sommato stabili e in linea con le precedenti annate. Tra i 15 ai 30 euro per una serata in discoteca, con punte fino a 60 euro per concerti o eventi con artisti di richiamo. In una settimana di vacanza dedicata alla movida, si possono superare facilmente i 100 euro – senza considerare i drink, i parcheggi o i trasporti. Non è un paese per giovani.
E lontani appaiono i tempi in cui il Salento poteva considerarsi un ripiego come un buon compromesso, per alcuni la soluzione dell’ultimo minuto. “Piuttosto la Croazia – dice una turista – La organizzi due settimane di partire prima e te la cavi con meno. E con dieci euro in discoteca il drink è incluso”.
(da agenzie)
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