TUTTI AL MARE? MANCO PER NIENTE, GLI ITALIANI NON HANNO UN EURO: QUEST’ESTATE ANCHE LE SPIAGGE ROMAGNOLE, DI SOLITO AFFOLLATE, SONO SEMI-DESERTE
IL SINDACATO DEI BALNEARI: “LA RIVIERA È IL REGNO DELLA CLASSE MEDIA, CHE NON ESISTE PIÙ. IL CLIENTE HA RISTRETTO LA DURATA DI PERMANENZA E ANCHE IN SPIAGGIA CI SI CONCENTRA NEL WEEKEND”
Traffico e lungomare affollato, locali spesso pieni, battigie assiepate di bagnanti che fanno avanti e indietro lungo la costa, a Marina di Ravenna come a Cesenatico, a Rimini come a Riccione.
La cartolina dei weekend è grossomodo questa sulla Riviera romagnola. Tutto cambia però nel giro di qualche giorno, perché sotto il sole cocente dei giorni feriali, lungomare, spiagge e alberghi si svuotano anche in luglio. È complesso, dunque, decifrare l’andamento della stagione.
«Ci sono da fare premesse economiche – spiega Simone Battistoni, presidente di Sib Confcommercio, il sindacato degli operatori balneari –per comprendere un paesaggio che appare contraddittorio a seconda dei giorni. La Riviera è il regno della classe media, che sostanzialmente non esiste più, tra crisi dei consumi e stipendi fermi.
Il cliente ha ristretto la durata di permanenza e anche in spiaggia ci si concentra nel weekend. La settimana feriale è calma anche se qualche eccezione si vede. So che è in crescita il turismo estero, che in alcune nostre località si vede meno che in altre. Spesso, però, gli stranieri cercano le piscine. A Cesenatico notiamo una presenza massiccia di turisti del nord Italia e del centro nord».
Ad attrarre i turisti restano i prezzi dei servizi. Venticinque – trenta euro al giorno per un ombrellone e due lettini: per molti resta un prezzo accettabile rispetto ad altre località, ma non per tutti, perché a cambiare, come diceva Battistoni è il potere di acquisto dei turisti anche nelle località nazionalpopolari.
Lo stesso discorso vale per gli alberghi, con strutture che offrono camere matrimoniali a novanta euro a notte. Nettamente lievitati — e questo è un dato oggettivo — i prezzi dei menù dei locali e dei ristoranti, dove anche un drink poco sofisticato può sfiorare i sette euro. Detto questo, i bilanci si faranno solo a fine stagione e non manca molto.
A proposito di presenze, sono già disponibili i dati dello scorso maggio, certificati dall’Istat. A Rimini i pernottamenti hanno sfiorato il milione e mezzo, cifra record almeno dal 2016: spicca il dato sui turisti stranieri, che valgono il 30% del totale.
Il Comune di Rimini e Apt, l’agenzia di promozione turistica regionale, si preparano a finanziare per i prossimi tre anni un piano per il potenziamento dell’internazionalizzazione dello scalo considerato strategico per tutta la costa romagnola. L’accordo per ora ha ottenuto il parere in V Commissione a Rimini.
La pista dell’aeroporto Fellini, lunga quasi tre chilometri e mezzo è la più lunga in Regione e tra le maggiori del Paese, lascito dei tempi d’oro in cui lo scalo se la giocava, quanto traffico, con gli aeroporti delle città più grandi.
Oggi, però, le infrastrutture (accoglienza, spazi esterni) sono ancora quelle di un piccolo scalo. Parallelismo perfetto per rappresentare il segno dei tempi, in Riviera come altrove: da una parte le grandi potenzialità dall’altra le criticità.
(da Il Corriere della Sera)
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