UN ESERCITO DI SINGLE E POCHI FIGLI: E’ LA GENOVA CHE VA AL FAMILY DAY
NEL REGNO DEL CARDINAL BAGNASCO: 45% DI PERSONE SOLE, 27,3% DI COPPIE SENZA FIGLI… LA REALTA’ E’ BEN LONTANA DAL CONCETTO DI FAMIGLIA DA SPOT DELLE MERENDINE… IN UN ANNO 1.335 MATRIMONI E 745 DIVORZI
Il single giovane, piacente e dedito alla bella vita è (probabilmente) un’illusione.
Di certo, a Genova è più corretto parlare di persone sole: 134.074 persone svegliandosi al mattino trovano la casa vuota.
E le famiglie composte da una sola persona rappresentano ormai il 45% del totale, quasi una ogni due.
Seguono le famiglie composte da due persone, prevalentemente da coppie senza figli (27,3%).
È questa la quotidianità complessa di nuclei familiari che hanno ben poco a che fare con la famiglia ideale, da spot delle merendine.
Ma per rivendicare quello che il cardinale Bagnasco ha definito «un fatto antropologico, non ideologico», nel giorno del Family Day partiranno da Genova almeno sei pullman. Sono i difensori della famiglia formata da marito e moglie, possibilmente con prole.
I dati del Comune
Ma la quotidianità è più complessa, più avanti di chi cerca di codificarla. Più della politica che si divide sulle modalità per normare le adozioni di fronte alle rivendicazioni del mondo omosessuale. E più delle prese di posizione di quella parte del mondo cattolico che rifiuta la definizione “famiglie” e rivendica il valore della “famiglia”, al singolare,
Per capire la realtà è più utile usare, come una mappa, i dati del notiziario statistico del Comune, elaborati e integrati partendo dalla situazione attuale a Genova: 593.232 residenti (in calo del 2,7% rispetto a cinque anni prima).
E confrontarli con quelli della Curia, i numeri piccolissimi del Tribunale ecclesiastico che aprirà il suo anno giudiziario alla vigilia di San Valentino, il primo appuntamento dopo il Sinodo della famiglia di papa Francesco.
Matrimoni e convivenze
Il dato medio degli anni Novanta è di 2.551 matrimoni, quello degli anni Duemila è di 1.928. Nell’ultimo quinquennio si scende a 1.461.
Il crollo del sì, in Comune e più ancora davanti al prete, è consolidato: dieci anni fa a fronte di 2.035 matrimoni ce n’erano 877 religiosi e 1.158 civili (428 dei quali con un coniuge già divorziato).
Oggi si scende a 1.335 matrimoni di cui 894 civili (392 dei quali con un coniuge già divorziato) e soli 441 religiosi, meno della metà .
Dal 2011 in poi sono diminuiti anche i divorzi, anche se l’andamento è discontinuo e sfugge ogni logica: l’anno record della fine dell’amore è stato il 2011 con 1.036 scioglimenti di matrimonio, l’anno dopo sono stati 549, poi 660 nel 2013 e 745 nel 2014.
La Chiesa e il mondo gay
Regolare davanti a Dio la fine di un legame, o formalizzare davanti a un ufficiale distato civile un legame ommosessuale: sembrano due questioni distantissime, ma le unisce un dato di fatto: entrambe riguardano una sparuta minoranza.
Quanti si rivolgono al Tribunale ecclesiastico? Nel 2014 sono state 66 le coppie genovesi che hanno avuto dalla Curia il placet per un nuovo matrimonio in chiesa, e appena 52 quelle che hanno iniziato una causa per ottenere l’annullamento.
In parallelo, anche il registro delle unioni civili, istituito a Genova nel 2013 ha ancora numeri minimi: 70 coppie dall’inizi dell’attività (con una partenza a razzo nel 2013, 43 coppie in pochi mesi, e un rapido rallentamento) non istituisce un nuovo status ma intende equiparare «le coppie unite civilmente a quelle sposate nel godimento di benefici e nell’erogazione di servizi della civica amministrazione».
L’iscrizione, recita il regolamento, « può essere richiesta da due persone maggiorenni, di sesso diverso o dello stesso sesso, residenti e coabitanti nel Comune di Genova, non legate da vincoli di matrimonio ma da un vincolo affettivo che si traduce in impegno reciproco all’assistenza morale e materiale».
Poco più della metà dei matrimoni riguarda coppie omosessuali (23 coppie, 12 maschili e 11 femminili) e 43 di sesso diverso, compresi transessuali.
C’è già stata anche la trascrizione di un matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all’estero.
(da “il Secolo XIX”)
Leave a Reply