UN TERRORISTA ERA UN FRANCESE NOTO AGLI 007: LA VORAGINE DELL’INTELLIGENCE
CADUTA NEL VUOTO UN’ALLERTA DEL 26 OTTOBRE… UNA DEBACLE PER IL “BRETONE TACITURNO”
La notte da incubo di Parigi è solo l’inizio di un nuovo incubo per l’intelligence francese, che da oggi dovrà rendere conto al governo e al presidente Hollande del pauroso buco di informazioni che, nonostante la lezione della strage a Charlie Hebdo, ha prodotto l’attacco più articolato e sanguinoso della Jihad nel cuore dell’Europa.
Da cinque a sette le cellule messe in campo, non meno di quindici i terroristi mobilitati tra prima linea e logistica, addestrati, armati, perfettamente coordinati. Niente lupi solitari impossibili da stanare, stavolta.
Il primo individuato, un francese cresciuto nelle banlieue parigine, era anche noto agli 007 francesi.
Dunque, nessuna scusa per i due superpoliziotti a cui è affidata la sicurezza del paese: Patrick Calvar, responsabile della Dgsi (Direction gènèrale de la sècuritè intèrieure) e Michel Guerin, responsabile del dipartimento antiterrorismo.
ppena diciotto giorni fa, il 26 ottobre, France Info aveva rilanciato un allarme dell’intelligence sul rischio imminente e concreto di attentati in cui sarebbero stati utilizzati jihadisti nati e residenti in Francia o in arrivo dalla Spagna.
Ma l’informazione era evidentemente tarata su coordinate troppo generiche per permettere di individuare in tempo le cellule attivate, e sempre ammesso che si riferisse all’attacco compiuto venerdì sera.
Salvo magari scoprire, ma sarebbe davvero la beffa peggiore, che qualcuno dei terroristi era inserito nella testa di lista dei cento sospetti più pericolosi sui cinquemila schedati dall’antiterrorismo, ma era riuscito a eludere controlli e intercettazioni degli agenti della Dgsi.
In questo senso, le stragi dello scorso gennaio nella redazione di Charlie Hebdo e nell’Hypercacher di Porte de Vincennes (17 morti e 11 feriti), erano già state un pessimo segnale d’allarme quando venne fuori che i servizi segreti e la giustizia sapevano tutto dei tre terroristi attivati dalla filiale yemenita di Al Qaida: Said e Cherif Kuoachi e Amedy Coulibaly.
Sapevano dei loro soggiorni in Medio Oriente dove si erano addestrati, e della loro persistente adesione alla Jihad ma si fecero sfuggire la moglie di Coulibaly, poi fotografata dalla polizia turca all’aeroporto di Istanbul mentre cercava di riparare in Siria dopo l’attentato.
E senza contare che nella lista della Dgsi c’era pure il maldestro terrorista Ayoub al-Qahzzani della cellula jihadista belga smantellata a Verviers, fortunatamente steso a pugni da tre passeggeri americani nel fallito attentato d’agosto sul Tgv Parigi-Amsterdam.
E adesso la nuova, pesantissima disfatta che potrebbe costare la poltrona al severo Patrick Calvar, che al momento della nomina avvenuta nel 2012 veniva descritto da Paris Match come un “bretone taciturno” che “si sveglia all’alba, conosce a menadito tutti i dossier e ha una capacità ineguagliabile di entrare nella testa dei terroristi”. Peccato che stavolta le sue qualità non siano state sufficienti ad evitare l’11 Settembre della Francia.
E di questo fallimento terribile, lui e i suoi 3.300 agenti saranno chiamati a rispondere da oggi.
(da “Huffingtonpost“)
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